Quando più di venti anni fa iniziai a parlare dei disegni di Francis Bacon ( la mia intuizione si basava su di un dato piuttosto elementare: me li regalava) non furono pochi a domandarsi se in ubriachezza non fossi ormai arrivato a surclassare quella del maestro angloirlandese.
Oggi che la Tate Gallery può trionfalmente annunciare di aver accettato il munifico dono di ben 1200 disegni di Bacon appartenenti al suo vicino di casa Barry Joule (si tratta in realtà in gran parte di foto ritoccate o pagine di libri arabescate con qualche linea) forse,come di consueto,la saggezza del tempo ha dimostrato che non ero poi così affetto da delirio alcoolico o da ambigua malafede.
Francis
Per raccontare una storia si può impiegare la Bibbia o il distillato di una battuta: la mia- che neanche lo splendido libro di Giorgio Soavi è riuscito ad abbozzare- (“Francis Bacon:Viaggio in Italia”) la posso comunque così riassumere all’osso: nel 76,quando lo conobbi alla festa d’addio di Balthus a Villa Medici a Roma, mi chiese di andare a vivere con lui a Londra. Io gli risposi che ero innamorato del suo genio, ma non al punto da diventare una rotellina del suo meccanismo .E che di mestiere facevo il giornalista,non il mantenuto-Sono grato ai subentrati che gli hanno voluto bene,i vari John Edwards,Barry Joule,il mitico “Spanish Lover”(di cui non esiste-a parte quelle in mio possesso che visualizzerò piuù avanti – una sola foto, parola, elemento biografico sospiro che lo documenti vicino a Bacon: a proposito di quanto fosse bravo Francis a rendere invisibile ciò che voleva mantenere discreto.,..) ma,con tutto il rispetto,parliamo -nel caso di J.Edawrds – di un giovane delizioso oste analfabeta affetto da dislessia integrale per cui non sapeva quasi leggere nè scrivere,con Barry Joule di un tuttofare il cui massimo vanto culturale è stato aver fatto da autista al ballerino Nurajev,e nel caso del fidanzato spagnolo di un ipocrita che-come documentarono i quotidiani madrileni di allora-nonostante Francis fosse andato a trovarlo a Madrid in precarie condizioni di salute in concomitanza di una sua mostra- infatti dopo pochi giorni vi crepò solo come un cane- non credette di sprecare ,per assisterlo ,neanche mezzo minuto- (ve detto però che Pablo,che era ricchissimo e bellissimo ,aveva giusti motivi di risentimento nei confronti di Francis: ma questo è un altro libro.)
A letter by Francis Bacon
A parte la fenomenologia sentimentale,su cui non annoierò il lettore,con Francis invece io sapevo distinguere tra IRA, Dubliners Fighting, Irish Volounteers (era ossessionato dal terrorismo) .Quando la M.Tatcher lo definì “Più mostruoso dei suoi stessi orrendi quadrI” fui l’unico a saperlo confortare rivelandogli che era sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato. Sì,certo,si ubriacava e si innamorava persino dei ladri(vedi G.Dyer)ma quello che lo appassionava era l’abisso da cui vedeva incoronati i serial-killers,i mafiosi,i sanguinolenti stragisti-Che io intervistavo e di cui a volte sono diventato amico.Con suo sommo godimento,tra gli altri,nel sentirsi da me raccontare-certo non minimizzando-il tutto. Per non parlare delle feste in palazzi rinascimentali veneziani dove lo portavo come quello,sublime,della contessa pittrice Orietta Rangoni Macchiavelli in cui lo vedevi indeciso se reputare più sublimi i suoi Tintoretto o il suo fragolino.
(Non è un caso che usasse sconcertare chi gli magnificava la pittura italiana proclamando sornione:”Morandi,Burri?Sarà.Certo sono assi meno importanti della Orietta Rangoni.”) In realtà l’unico genio che reputasse suo pari in Italia era Leonardo Cremonini conosciuto fin dai tempi in cui esponevano entrambi nella galleria della Erica Brausen e sulla cui vespa, non a caso ,si fece scorrazzare per Roma la prima volta che venne in Italia e che,sempre non a caso, andò a trovare in Sicilia poco prima di morire .
“If I would have lived with you I would have done my Sixtine Chapel, apart your awfully preference for women….I will never do my Sixtine Chapel among the silly people I’m contact with here in London”.
“Se fossi vissuto con te-a parte la tua esecrabile prefernza per le donne-avrei dipinto la mia Cappella Sistina.Qui a Londra,in mezzo alle fatue persone da cui sono circondato,non la farà mai.”
Se ho contribuito a un crimine culturale però ,con le centinaia di disegni che gli ho ispirato, in parte ,credo ,di essermene emendato- Disegni a volte migliori degli stessi quadri, fatti anzi -tra gli altri innumerevoli motivi-proprio perchè non era non era soddisfatto degli originali su tela(è il caso ,notorio,delle Crocifissioni e dei Papi- )Capisco che il non aver mai blandito il sistema formale(di allora)delle autenticazioni inglesi abbia creato diffidenza e sconcerto ma se si osservano i ridicoli sgorbi che oggi gli vengono attribuiti si può forse capire perchè di quel sistema io non mi sia mai fidato.
A parte l’ineffabile Malborough che di me diceva-significativamente senza mai denunciarmi però-: “Il signor Ravarino è un povero pazzo. Bacon non ha mai fatto un solo disegno in vita sua.” Soltanto nello Studio ne hanno trovati …novanta.( Alcuni geniali,benchè tirati via) Il suo propietario F.Lloyd è do- vuto fuggire alle Bahamas per non finire in galera, la Valerie Beston è fuggita in Francia simulando- prima di finirvi davvero-la demenza senile-e l’Estate Bacon li ha trascinati in tribunale con l’accusa di averlo truffato,derubato,ricattato.E’ poi finita pari e patta,ma tanto per dire della cristallinità di coloro che sulla mia vicenda erano scettici. Altri vermi,altri sciacalli ,hanno cercato-come si sa-di azzannare la storia, ma io preferisco ricordarne il lato solare.
A never seen photo of Francis Bacon David Boxer immagine
L’assoluto disinteresse con cui la prestigiosa Burlington Magazine nel numero del centenario di qualche mese fa ha riconosciuto il corpus dei miei disegni(Io straordinario saggio è della Margarita Cappock che ha curato la ricostruzione del suo Studio a Dublino) La gentilezza con cui sir Nicholas Serota-direttore della Tate Gallery-mi ringraziava per lettera per aver sottoposto alla sua attenzione due originali a me che -essendo lui responsabile anche dell’Istituto Inglese per il controllo sulle opere d’arte-lo invitavo a denunciarmi se li avesse reputati potenzialmente falsi.
afp in the name of father d.hirst
Il felice sbigottimento con cui Marlene Dumas-un pò una Francis Bacon al femminile-mi dichiarava in una videointervista:”Sono molto più belli dei quadri dell’ultimo periodo.”
Il rincrescimento folgorante di un collezionista come Vittorio Olcese: “che peccato siano veri.Fossero falsi avremmo un genio più grande di Bacon.
“O Giorgio Soavi che quando li vide per la prima volta tirò fuori uno dei suoi understatement in cui è pressochè un genio.Dopo averli osservati in assoluto cianotico silenzio per quasi mezz’ora mi chiese:”Scusi, lei ha un martello?”
Centenary year of Burlington Magazine dedicatet to works on paper of Francis Bacon
“Martello?Che martello?”-replicai esterrefatto.”Quello con cui darglielo in testa-Non avrò mai i soldi per comprarli tutti “.
At Colony L “interesse e l”emozione provata nei confronti degli stessi,mentre li sfogliava accanto alla Cappella Sistina,dal direttore dei Musei Vaticani Francesco Buranelli.La vorace saturnina curiosità del grande regista inglese Peter Greenway che a tutti i costi-suppongo per concepirci un film- voleva lo dettagliassi se per Bacon era più appassionante venire strangolato o accoltellato leggermente- O la sbigottita incredulità a poco a poco trasformatasi in sbigottita ammirazione con cui il maestro Leonardo Cremonini-l’unico genio che Bacon reputasse alla sua altezza al punto di firmarmi la foto di un suo quadro perchè voleva che glielo comprassi-quando li vide nella sua stupenda villa rinascimentale vicino Firenze dopo averli osservata con una tale intensità che la carta sembrava bruciare sotto il suo sguardo si mise,lasciandomi commosso ed esterrefatto,letteralmente ad abbracciarli.”Voglio loro già bene”mi sussurrò con la voce incrinata e poi li abbracciò-un gesto che nessun orrendo gallerista di questo mondo potrebbe mai avere-come se fossero creature viventi,quali in effetti forse erano.
Bacon’s home in Paris
In quanto a quello di buono che pensano dei disegni i più titolato storici dell’arte o baconologi viventi ne farò oggetto di una futura puntata perchè lo squallido mare del mondo dell’arte è talmente ripullulante di vermi che non ne farebbero di certo buon uso.
Ormai tanti anni fa il povero Francis moriva a Madrid senza avere nessuno accanto a sè che gli desse una sola piccola goccia di conforto,me compreso a cui peraltro aveva telefonato dall’ospedale(telefonata unica,da quello che mi disse ilpersonale)e che non andai a trovarlo perchè mi annoiava troppo dover cambiare due aerei per raggiungerlo, pigrizia di cui mi vergognerò ogni secondo di tutti i giorni che mi rimangono da vivere.
Bacon Beaton – May 1951
Il personale paramedico da me intervistato mi ha confidato che lanciò un unico urlo ma talmente terribile che si slogò la mascella.
Nulla era stato tanto distante dai suoi quadri come la sua vita. Con la sua morte forse dipinse,suo malgrado,il più spaventoso.
Talking with Edward Lucie Smith, the greatest omniscient lyrical merciless
.:: unforeseable codifyng living modern art historian.
.:: Sometimes bloodstained Arena, sometimes puppett Theatre:
.:: the backstage intrigues in modern art.
If you think that the most world travelling man is the President of the United States George Bush or President Vladimir Putin or Microsoft Corp. Chairman and Chief Software Architec Bill Gates you simply are wrong.Maybe not in its nucler weapons or in trans-national terrorist attacks but in a so much more fundamental dimension- like beauty and creativity- the world it’s under control of a man called Edward Lucie Smith.
Regarded as the most prolific and the most widely published writer on art(with sales for some titles over 300.000 copies)with a number of his books- among them “Movement in Art since 1945””Visual Arty of the 20th Century””A Dictionary of Art Terms and Art Today”used as standard texts through the world,curator of a innumerable series of exhibitions and retrospectives,jury member of an endless numer of Biennals and Prize exhibition among which Liverpool,Cairo,Sharjah,Alexandria,Belgrad,but also famous poet and great photographer,you cand run into him in conference at the Macedonian Museum of Contemporary art presented as the”most distinguished name on the world of art stage”,the day after in China to glimpse a new talent and the next week at dinner in the delightful roman countryside at Alberto Abate’s home,one of his favourite italian painters,with Arnaldo Romano Brizzi and Massimo Caggiano the distinguished owners of Polittico,his reference Italian Gallery, so remarkable in publishing many books with which he takes italian creativity-as in the rest of the world-under control.
In a art world full of creeps and bigheads sometimes his opinions could appear merciless.
Edward is not merciless,it’s only realistic.The (a little bit)sorrofowl realism you have when you are omniscient.
The most famous english art historian of our recent time,David Sylvester, in reality was -I think-only a journalist.And not so indipendent and clayrvoiant as his legend claims,I’m afraid.
“David Sylvester was brought up in a tradition that thought France and French art was the be-all and end-all, Paris provided all the answers etc. He was never very good on American art, which was the dominant force through most of his career as a critic.
Maybe good on artist like Magritte,certainly good on Soutine, who was, like David, Jewish. He could never make up his mind about new stuff and frightened to be wrong, or to be contradicted, by people he was afraid of [like Francis]. Greedy. “
And his mythological relationship with Bacon-Marlborough?(very overvalued,with all my respect.In a enlightening interview with Francis made by Sylvester for BBC at a certain point you can hear the painter , speacking softly ,(but not enough)confess”All bullshits..” (we are sayng..)
“I think he probably had a corrupt relationship with Marlborough. A lot of the interviews were heavily corrected and rewritten by Valerie Beston, who looked after Francis at Marlborough. In other words, if the interviews are his most celebrated work Sylvester was nevertheless only a ventriloquist’s puppet for Bacon and Beston, writing what they wanted him to write. These aren’t the ingredients that make a great critic. “
It’s a little funny, and sometimes incomprehnsible, english art critic scenary.A famous art critic like Brian Sewell use to try the most famous and powerfull art english leading figure, Sir Nicholas Serota,(called ”The Pharaon “) like a dement.You can say what you want about Serota but the new Tate Modern it’s so mearvellous to became the unvoluntary greatest Cathedral-sculpture of our age, even competitive with its own items……besides he had been the only londoner authority to show the sensitivity to go to the funeral of the poor Bacon’s long companion,John Edward.
“Brian comes from the Courtauld, was a pupil of Anthony Blunt, then a cataloguer at Christie’s, then a dealer in Old Master drawings. He thinks a great deal of contemporary art is rubbish, and that Serota is a charlatan for promoting it. He has written well about Bacon – look it up. He wrote a good essay on Carl Andre – big surprise there.
He is incorruptible as a critic I think. I used to do a lot of business with him when he was at Christie’s. In other words I knew him well before he was the Sewell we now know. That makes him uncomfortable nowadays with me. Also he knows I know about his dealings with the client [in his Old Master drawing days].
Thanks for the scoop…we have also to say that thoungh even him was fooloned by the famous master drawings faker Hebborn he was the only one,at that time,who immediately had some doubts…amazing the connection with Anythony Blunt;Francis was bewitched by the connection art- and -spyng which emerged in Blunt’s life…when I presented him the catalogue produced by an idea of Anthony Blunt about the “Bolognese drawings in the collection of her Majesty the Queen” he was stunned by the scream of”Head of Marsyas”by Guido Reni and exhilarated that nothwistanding all the celebities who cooperated to the work -a part Anthony Blunth himself (Otto Kurtz,Denis Mahon,Rudolf Wittkower..)the title was wrong.In italian you must write BolognesI drawings,not BolognesE,referred to the cultural enviroment,if anything.
I forgotten to ask you what do you think about Serota’s Turner Prize.
“Serota used it to offer recognition to a new generation of artists and at the same time generate publicity for the Tate. They’ve now made their way through the A List – the big names of the 90s, and everyone is getting bored. One problem is that it’s impossible to shock the audience any more – ‘shocking art’ has become at convention in itself. The same thing happened in Italy in the 1570s/1580s, as Mannerism came to an end. The only shock left was extreme Realism, hence Caravaggio and the young Annibale Carracci. Do you know Annibale’s wonderful ‘The Butcher’s Shop’ in the gallery at ChristChurch, Oxford? But even that has a precedent – in Passerotti, from your own Bologna.”
Was one of the preferite Bacon’s italian painting……In a legendary art essay about Francis works on paper you wrote: “This fact in itself rather puts paid to the argument I have heard put forward by Michael Peppiatt, one of Bacon’s biographers, that the Joule archive can’t be genuine because Bacon was careless with possessions, and would certainly not have hung on to items of this sort as he moved restlessly from studio to studio before finally settling in Reece Mews in 1961. “
I was surprised how much his famous “Anatomy of Enigma “ was traced on Farson’s and Sinclair’s Bacon biographys (a part very moving and original sections where ,for instance, Francis confessed his powerless desperation in George Dyer’s suicide) and stunned by a grotesque fake showed inside (a suppoused portrait of Apollinaire) given by Marlborough and finded by the two years in prison sentenced for forgeries italian art critic Maurizio Fagiolo dell’Arco who, in a taped interview that still I conserve , even didn’t remembered where he finded the drawing… (if in Spanish or in Switzerland…and it would have been the first Bacon’s officialy finded sketch out of the Studio! ) and was so frightened by my questions to promised me any authenthications free I neeeded…if I didn’t quote him !Anyway, the Peppiatt’s bioghrapy it’s the most complete about Francis. So how could he made a mistake about Barry Joule ?
“Don’t understand about Peppiatt. He got it wrong, that’s all. The Joule material came from Francis’s studio without a doubt. Which means that Francis had saved it till the moment – very late – when he handed it over to Joule. Careless? All the evidence points the other way – he hung on to things, rather than chucking them out. Peppiatt bought the ‘public Francis’ – the carefully constructed myth. I suppose one problem is that Peppiatt is straight.”
I cannot hint to Barry Joule Archive for obvious reasons.. given my personal case about painter’s drawings it would turn in another interview…let me only say that his canadian handyman flattered himself to fascinate Francis with his intellectualisms(that Francis disliked,as his blond toupee)but his real chance was………he was REAL madly in love with the painter.
Wasn’t Jhon Edward,who loved his boyfriend Phil Morgue(still now handsome,I have to say,and unjustly criminalized by english press)wasn’t George Dyer who loved above all the bottle,wasn’t the Spanish Lover JOSè who was ashamed to be omosexual..in passim I don’t believe rumours he had stolen the drawings by the Studio when Francis suddenly died in Madrid……well, he had the key of the Studio and nobody at that time could control what his neighbor was doing………but what matters is underline that even if all the perfectionist cretive life of the painter lead us to think that the famous words of Bacon ”You know what to do” were in distructive sense Joule maybe had been right in not respecting his will……you would be pleased to have also discarded, smaller, hurried papers, occasional scrowls by Velasquez and Michelangelo?I think yes,like we all. Turning back to art critic scene nowaday…… what about Robert Hughes,the long-time celebrated Time magazine art critic,I think his “Frank Auerbach” with brilliant flashes like :”He could do things with line that he could not manage in paint.Drawing is a more experimental medium than painting” was cool.
“ Bob Hughes is a bit like Brian Sewell, who writes for the Evening Standard here in London – better on negative judgments than on positive ones. Bob’s great personal favorite, the Israeli painter Avigdor Arikha, is really too lightweight to count for much when put in the scales against currently fashionable avant-garde figures like Damien Hirst or Jeff Koons. I hear Arikha talks very seductively about art – but talk isn’t the same thing as painting. Bob uses researchers, who sometimes let him down. There is some surprising factual slips in his much-praised book ‘Nothing If Not Critical’. Brian Sewell, on the contrary, is invariably extremely well-informed, with real depth of information. Whether or not one agrees with his conclusions. It is unwise to argue with him about the facts. And the research is all his own.As for Hughes’s other favorites, I think Auerbach has become very mannered, and Freud is also in decline. “
Lucien Freud in decline? Sacrilege!
“ Well…all too often he overworks his paintings. One oddity with Freud is his insecure sense of composition. The big pictures, till recently, were often strong compositions, but the little ones usually don’t work – all those miniature portrait heads wobbling about in a pictorial space to which the form of the head is quite unrelated. He has little sense of the importance of the edge: the place where the picture stops. “
Last on David Sylvester…he become the reference journalist of Francis Bacon. Very bad. I think Jeffrey Bernard was much more better.
“Years ago I used to work in an advertising agency with Oliver Bernard, Jeffrey Bernard’s brother, and I also knew the other brother, Bruce Bernard, though not well. Oliver and Bruce always treated me with a degree of ill-concealed condecension [I can’t spell this word!] – I think because they thought I was terminally bourgeois. Naturally I didn’t like it. I never knew Jeffrey but I suspect we would not have been friends had we met. I don’t believe that the fact that you live a bohemian life-style confers automatic superiority to the values and opinions of the rest of the world.”
The only thing I don’t understand between you and Francis was…more than why you didn’t became mearvellous lovers (sorry for my impudence) why you moved out of his life…why –such a great sensitive omniscient art historian like you – left all the space to such an awful mediocre kack (radio- cultural-controlled) like Sylvester….(again..I apologize with his ghost…)
“I avoided Francis, whom I only ever saw at parties given by the Gimpel family, for several reasons:
1. I am not good with great celebrities. They seem to me encased in their fame, like Barbie dolls in their plastic coffins, and I never know what to say to them. Praise sounds sycophantic, criticism, sounds impertinent. In other words, I got to FB too late to make any kind of human contact with him.
2. Rather like the aging Picasso, Francis in London had what the Spaniards call a tertulia, a band of dependents and clients [clients in the Ancient Roman sense], whom he indulged but also tortured…
I deeply understand what you mean….
…. “I really had no wish to become part of that circle and to have a forced association with that particular group of people.
3. Whenever I had even the briefest exchange with Francis, the form it took was that I would incautiously mention some other artist, or some writer, and Francis would say something cutting about them. One gets tired of that very quickly.
4. I am not a big drinker, and in particular I have an allergy to wine. More than three glasses of most wines [not champagne for some reason] and I start sneezing uncontrollably. Too much alcohol of any kind plunges me instantly into depression, with no intervening period of euphoria – the more I drink the less I want to talk to people. At the end of a long party I’m generally sitting in a corner, completely mute, and aware that I have to drink several liters of water immediately if I am going to function at all the next day. In other words I’m a classic party pooper, with a very limited tolerance for people in large groups. I used, when I was young, to have a very hard head, as we say in English – an ability to drink a lot without much apparent outward effect – but I lost this after a bout of hepatitis in the early 1970s. Even in the days when I did drink, I never got much out of it.
5. During most of the period when I had the possibility of access to Francis [we lived quite close to one another] I was an extremely closeted homosexual. I found Francis alarming – he freaked me out.
6. I thought he probably disliked my reviews of two big retrospective shows of his work that I covered as a journalist [in ‘The Listener’]. Basically I compared him to Fuseli, a key figure in the late 18th/early 19th century sturm und drang, who wasn’t as much respected in those days as he is now.
It is true that I don’t like a good deal of the very late work, particularly the series showing dwarfish figures dressed for the game of cricket. It was only after FB’s death that I learned that these were supposedly inspired by Francis’s fascination with the swaggering, ultimately butch cricket hero of that period, Ian Botham. Well I suppose I can’t blame him for lusting after Botham, who when young was testosterone on two legs, and very much aware of the fact. “
There had been a period in which Kitay was believed to became Francis successor. How far is that time. He made you a famous portrait.Was a painting or a drawing?
“A drawing. Unfortunately I had to sell it to pay a tax bill – I never thought it was a good likeness but it was a pretty good drawing .I have been painted or drawn by all sorts of people – most recently by Philip Pearlstein, also by Tom Phillips and a number of times [a painting and some drawings] by my friend Michael Leonard, who is a classical realist. His painting of me is the likeness I prefer. Maybe too conservative for you. I don’t think I have a scan, but can ask Michael, who is coming to lunch today.
Where Kitaj is concerned I think the work has degenerated terribly in recent years. He had a period when he was good, but pretty long ago now. His big retrospective in London was a disaster as you perhaps know. I was so happy I didn’t have to review it. Since then things have got worse, with his rage about the bad reviews and his conviction [absurdly egotistical] that the anti-Semitic malice of the English critics was the cause of the death of his wife Sandra, from a brain embolism. He is now living in California and painting crap.”
The emerging, famous, Sarah Lucas. I’ve seen some pretty trinkets in Colony Room by her.You told me once:”Famous?The only thing she is.”
“ I certainly didn’t say that Sarah Lucas is the only famous YBA. I said that very likely she wouldn’t be famous for long. “
And what about Damien Hirst?he is the new number one of the creative scene(a fact that Francis perfectly perceived in his last days )
“Damien has a lot more substance – but it’s a essentially a literary talent – more about making metaphors than making what we recognize as art. Jeanette Winterson said in print the other day that D Hirst’s work always reminded her of Webster’s play ‘The Duchess of Malfi’. Smart girl. I was quite cross – I’ve been saying the same thing for some time, but I don’t generate as much publicity as she does.His recent reconstruction of Bacon’s triptych about George Dyer’s suicide…Ican’t see the point,myself.”
For what my opinion mean…nothing respect you…I the same believe that still now nobody strike world- imagination like him………and that his dialogue on art with Gordon Burn ”On the way to work” it’s the most extraordinary exciting amazing book written in the last years…… And the italians? If you have someone,what are your preferite italian living painters?and among.. the historical?
“Among Italians [the great dead]: Morandi most of all. De Chirico, including some late work. [Gladiators, Bagni Misteriosi]. Casorati, Carrà. Among the living: Paola Gandolfi [feminist and surrealist – quite unlike any other Italian artist], di Stasio, Paolo Borghi [sculptor], Carlo-Maria Mariani [quite a lot!], Alberto Abate (I wrote about him) Carlo Bertocci, Ubaldo Bartolini. See the various books I’ve written for the artists represented by Il Polittico,the roman Gallery whith which I published many books. Martinelli……who is a formidably good draughtsman. “
And the so american- succesfull Francesco Clemente ?(except his”Incendi “…quite horrible,in my humble opinion)
“Clemente is essentially a New York ‘high society’ artist, with a charming, well-connected wife who helps his career. However his watercolors can be surprisingly good. Paladino once did some very strong paintings of witches etc., based on primitive early medieval church frescos from the Basilicata, which is where he comes from. I don’t feel much enthusiasm for his sculptures. “
With all my respect. Clemente is like Sandro Chia.(and the most of modern paintings).Late picassian clumsy scrowls who claims to be modern and colours at random.Any how about …the best of all,if you have one?
“On the whole I find it very difficult to swallow any artist ‘complete’. I admire individual works, not the whole oeuvre.”
Thanks Edward,so much.
More than for the huge cultural treasures you gave me for the hours we spent together.Art is important.But friendship-as Francis(Bacon)would have said-is more important than art.
Parla Massimo Fini,il più trasgressivo degli ultimi maestri dell’informazione. Una affettuosa, terribile, commovente, spietata radiografia del giornalismo italiano, e non. Amati ma anche forse per la prima volta denudati fino in fondo i nostri miti. Oriana Fallaci, Giorgio Bocca, Indro Montanelli, Eugenio Scalfari, Giampaolo Pansa, Lamberto Sechi, Enzo Biagi, Umberto Brunetti. Ma anche le mazzette della Cesara Buonamici, Renato Farina senza paracadute, la prima volta di Luciano Moggi, l’ingordo Raffele Fiengo. E anche i miti stuprati da giovani: Luca Rossi, Antonio Selvatici, Sergio di Cori…
Se non sono rimasto negli Stati Uniti e mi sono trasferito definitivamente in Italia-mi dispiace per gli italiani-la colpa è di Massimo Fini. Fresco di laurea barcollavo indeciso tra una improbabile carriera diplomatica e l’amore per il giornalismo. Rimarrò-mi dissi- nella nazione che edita i pezzi che più mi piacciono, in inglese o italiano che siano. Non ebbi dubbi : i dialoghi sul giornalismo con Giorgio Bocca che Massimo Fini per anni jmmihendrixianamente svolse a lungo sul prestigioso mensile di settore Prima Comunicazione. Jimmiendrixxare un testo vuol dire prodursi in una miracolistica miscela di scrittura tersa ma anche improvvisamente barocca, imprevedibile – ma anche classica e mai nevrotizzante- che nell’autore del recente, terribile, “Un ragazzo “ ha, perlomeno per il nostro paese , un ineguagliato autore. Ma con Massimo Fini- non a caso definito dal mitico padre-direttore dell’Europeo Tommaso Giglio: ”L’unico le cui qualità siano paragonabili a quelle di Oriana Fallaci e Giorgio Bocca”- non si tratta certo solo di stile.
Nei suoi articoli Massimo è capace di sfidare l’intera filiera dei pregiudizi nazionali su qualunque argomento…di recente ha come detto scritto un libricino terribile “Ragazzo,storia di una vecchiaia ”(i Nodi Marsilio) con pagine che senza tema di smentita sono state definite dostoievskiane…è anche capace di libri di storia come “Nerone,diecimila anni di calunnie”(Oscar Storia Mondatori) in cui credibilmente fa le pulci persino a Tucidide e Svetonio…e forse non è un caso che l’unico autore di un programma televisivo ”Cyrano” interamente girato e mai mandato in onda (tanto Fini spaventa i voltagabbana,i baciapile,i ciambellani ossequienti della politica) abbia anche generato un movimento civile “Movimento Zero” giudicato da molti come come l’ antesignano del tornado Grillo. Sorseggiando uno stupendo vino bianco nel suo bell’attico milanese Massimo Fini riesce ancora nel miracolo -sempre più difficile-di farti credere che il giornalismo sia sempre meglio che lavorare(come diceva Missiroli) anche se la sua pratica, soprattutto in Italia, può non di rado rivelarsi un mestiere orrendo.
Caro Massimo parlando con te- che molti consideriamo il meno banale e il più imprevedibile degli ultimi grandi maestri del nostro giornalismo -vengono in mente quelli avrebbero potuto diventarlo ma che per disgusto di come si pratica questo mestiere in Italia gliel’hanno data su,hanno smesso di scrivere,hanno cambiato lavoro. Parlo,ma la lista sarebbe lunga,di gente come Luca Rossi, Antonio Selvatici,Sergio di Cori.
“ Quello che dici purtroppo è vero, sono d’accordo. “
Il libro di Luca Rossi “I disonorati” sulla mafia rivelava verità scomode persino su Ayala e Caponnetto e i suoi articoli su PM , mensile di Panorama, sembravano scritti da Hemingway. Col suo “Prodeide” Antonio Selvatici fece un ritratto-mai querelato-di Romano Prodi che sembrava quello di Al Capone ed è diventato la summa dietrologica su di lui.Risultato:adesso vende appartamenti. Sergio di Cori, anche se pochi lo sanno, svolgeva le indagini sulla mafia in America per conto di Falcone.Risultato:licenziato in tronco dall’Unità. Adesso fa il pittore. Poi ci sono i giornalisti che avrebbero potuto essere grandissimi ma rimasero medi perché schiantati da altri,come Gianfranco Venè. Che per inciso fu uno dei miei”scopritori”.
“ Venè era un grande giornalista ma venne sacrificato alla Fallaci,alla Orianasuperstar su cui l’Europeo di Giglio puntò tutto.”
Parlando di chi è riuscito a non scomparire ma è diventato mito mi ha colpito scoprire in certe sue foto giovanili vedere quanto la Fallaci fosse avvenente e sexy (meno affascinanti gli ambienti vorrei-ma-non-posso delle sue case).Un discorso sul giornalismo italiano non può non partire da lei.
“Io l’ho conosciuta e frequentata non più giovanissima, sui quaranta,era una donna già profondamente segnata dal tempo,però ancora molto affascinante .Io arrivavo all’Europeo dall’Avanti,per me era come traslocare in un mito,tutti questi colleghi che hanno coraggiosamente girato il mondo mi dicevo:sarà come assidersi alla tavola rotonda. Invece con mio sbigottimento mi resi conto che l’unica cosa che amavano-o di cui amavano parlare-erano i migliori alberghi,i migliori ristoranti , e le migliori…puttane.”
E la Fallaci?
“Ecco con la Fallaci quando andavi a pranzo-allora stava con Panagulis e forse umanamente fu il suo periodo migliore- non avevi bisogno della CNN tanto era multiforme e catturante l’universo di cose di cui ti parlava..”
Infatti qualcuno ha detto che come affabulatrice era quasi meglio che come scrittrice.Poi però ti chiese di scrivere la sua biografia per i lettori che la reclamavano e tu sfornasti un tale capolavoro che lei si ingelosì e ruppe i rapporti con il pretesto di una…virgola.
“No, non era gelosia,era una forma di perfezionismo..”
Maniacale.
“Una forma di perfezionismo. Il tuo pezzo è bellissimo mi disse ma questa virgola fuori posto lo rovina,io la estrarrei come un bisturi estrae un tumore da un corpo perfetto….bè,insomma,su un qualcosa di delicatissimo come scrivere all’Oriana la sua vita non le andò bene una virgola. Lo considerai un complimento immenso.”
E a parlarle intimamente?
“A parlarle confidenzialmente era un continuo fuoco d’artificio,direi meglio uno scoppio nucleare di aneddoti,ritratti fulminanti, urlacci, intuizioni scorticanti….
Come dicevo prima,ancor meglio come affabulatrice che come scrittrice.
“Penso che a dirglielo uno avrebbe rischiato la pelle. Non a caso lei parlava di Santa Carta Scritta. Il testo è tutto,il testo è il Vangelo. Avemmo un bellissimo periodo. Prima che impazzisse.”
So che a venire querelata si atteggiava a lesa maestà alla Regina, a Santa Giovanna d’Arco mandata al rogo. Poi però era lei la prima a querelare. Mezzo pianeta. Persino te,l’ex biografo amico,per un ritratto che le facesti,anche quello bellissimo. Ma non apologetico.
“ Ma infatti. Evidentemente ormai non era più in grado di sopportare neanche un alito di vento. Il mio in realtà era un ritratto dolce,in fondo affettuoso, anche se chiunque di noi non può- oltre le luci- non presentare qualche ombra. E’ chiaro che non potei non alludere, ad esempio, al suo carattere infernale. Mi fece quasi pena.”
Perché?
“ Perché in modo artigianale si scrisse lei stessa nella querela la memoria difensiva d’accusa..”
Sarà stata una requisitoria terribile.
“No perché ormai- povera Orianina- non c’era più,scordava le cose,si dava la zappa sui piedi… se non fosse morta il processo l’avrei vinto a mani basse …avrei scritto un libricino magari un po’ perfido intitolato Massimo adversus Oriana con le esilaranti testimonianze dei testimoni o il grottesco di una udienza rimandata ad anni a venire con l’ Orianina ormai ridotta al lumicino..”
A proposito di querele,proprio perché sei il contrario di un giornalista accomodante,so che nei sei stato subissato come pochi.Mi sembra indecorosa quella che ti fece Raffaele Fiengo chiedendoti 3 miliardi e da medaglia sul petto quella di Luciano Moggi che ti querelò moltissimi anni fa per le cose che oggi sanno tutti.
“Fiengo mi querelò per una espressione chiarmente paradossale:” che non aveva mai scritto un articolo “ma quando si appurò che in 33 anni per il Corriere aveva scritto una cinquantina di articoli in tutto si vide che la mia espressione era quasi testuale,a parte essere lui una testa di ponte del partito comunista dentro il Corriere come lo stesso Lodovico Festa era disposto a testimoniare… il magistrato però non volle sentire nulla e nessuno ma per fortuna l’ammenda fu di soli dieci milioni…con Moggi-in effetti fui l’unico che lui querelò in quegli anni (e non ero certo un giornalista sportivo )mi condannarono in primo grado ma nel secondo il pm era stato un giocatore della Roma…fu lui stesso indignato a chiedere la mia assoluzione!!”
Ma è vero, tornando alla Fallaci -il mito è stato talmente incensato che possiamo con affetto soffermarci anche su qualche umana debolezza-che l’Oriana ogni volta che telefonava ad esempio a Feltri faceva finta cadesse la linea per farsi ritelefonare e non appesantire la bolletta ?
“E’ verissimo. Sai, era toscana. Non tutti ma c’è una genìa di toscani avari marci, attaccati allo spillo. Mi diceva Davide Lajolo che quando andava a cena con Curzio Malaparte,che io considero il più grande di tutti…”
Concordo. E’giornalismo che pur essendo preciso e cronachistico si elèva ad altissima letteratura….
“…il conto, con mosse quasi da prestigiatore,a poco a poco Malaparte lo avvicinava al suo piatto dimodochè al povero Lajolo toccava pagare ogni volta. Ma il dato più sconvolgente non è l’ avarizia ,ma la solitudine della Fallaci. Mi chiedo quanto dovesse sentirsi sola per ridursi a telefonare spesso a Vittorio Feltri.”
C’è di peggio. Telefonava spesso a Castelli.
“Il giudice Caselli?”
Eh magari,no l’ex Ministro leghista di Giustizia Roberto Castelli…telefonava a Castelli spessissimo per avere aggiornamenti giuridici sull’islam… con tutto il rispetto come fonte non mi sembra il massimo..ma la cosa interessante è che gli faceva giurare per iscritto di non rivelare queste sue telefonate!il mito,alla costruzione del proprio la Fallaci si dedicò fino all’ultimo respiro , non si fa mai vivo.
“Finì sola ,solissima, povera Orianina. A proposito di mito penso lo fossero in parte anche le sue osannate interviste politiche- fatte per illuminare più sé che chi intervistava-io gli ho sempre preferite le prime,quelle agli attori,alla gente di spettacolo.”
Ne ricordo una prodigiosa a Pietro Germi in cui va avanti e in modo avvincente cinque cartelle Solo descrivendo come il regista si rifiutava di rispondere al telefono o di aprire la porta. In quanto alle altre…giù il cappello ovviamente,ci inginocchiamo,sono nella Storia. Però…però La sua manipolazione-non voglio dire falsificazione- il suo espediente-non voglio trucchetto- Molti elementi fanno pensare consistesse nell’essere testuale nelle risposte ma autocelebrativa nelle domande…insomma un conto è dire:”Signor Presidente qualcuno ipotizza lei sia duro con l’opposizione “un altro è sbobinare la domanda teatralizzandola in : ” Come fa un lurido orrendo sporco dittatore come lei a tenersi l’anima in pace con le galere gonfie di cadaveri ??!” Nessuno dei testimoni dell’intervista a Khomeini vide il famoso schador rabbiosamente gettato via e nessuno dei testimoni dell’intervista a Kissinger persino ricorda la famosa frase del Cowboy che solitario spiana al popolo la democrazia….a chi smentiva,soprattutto ripeto il tono delle sue domande più che l’intervista ,(in America non a caso c’era chi la chiamava “Oriana the Fallacy””Oriana l’Inganno”)lei dava del farabutto,del mascalzone,del cagasotto,del senza palle,fors’anche del microfallico.Eppure le sarebbe bastato chiosare :”Signori alla Boston University come tutti sanno sotto conservati sotto vuoto come reliquie i nastri delle mie interviste. Andateveli a risentire,teste di cazzo.” Ma,curiosamente,non lo fece mai. A maggior ragione però giù il cappello alla grande scrittrice.
“ Nelle interviste però ,non certo nei romanzi. Purtroppo lei fraintese sciaguratamente un consiglio di Curzio Malaparte che aveva intuito il suo talento e che la esortò :”Orianina ricordati che un vero giornalista per essere tale scrive anche dei libri “Ma lui intendeva libri di saggistica non certo romanzi…lo stile della Fallaci, in effetti spesso folgorante nelle interviste, nei romanzi diventa stucchevole, melenso…il giornalista non è portato a essere uno scrittore,sono due stili che si elidono.”
Tranne clamorose eccezioni come Dos Passos ed Hemingway
“Eccezioni appunto.. eppoi di scrittori che in fondo hanno forzato il proprio stile per diventare giornalisti…da noi l’esempio maggiore rimane Dino Buzzati.”
Un altro dei miei miti. Sua moglie Almerina non ha mai concesso un’intervista ma grazie a Giorgio Soavi divenni talmente suo amico che grazie alle sue confidenze potrei scrivere un libro…dopo la morte del grande Dino divenne, per occupare il tempo, l’immobiliarista della Milano bene…Craxi Armani ,Feltrinelli ,e vide tante cose…come quella volta che andò all’improvviso a trovare una parente di Feltrinelli in un capannone industriale da lei affittatole e un mare di urla l’accolse -quando entrò- di fare attenzione dato che stava passeggiando in mezzo a timers e plastico C4…oppure quando mi smentì blandamente che Armani per ringraziare i tanti celebrativi articoli di Silvia Giacomoni ,la moglie di Giorgio Bocca, si vociferava le avesse omaggiato un attico…per inciso la Giacomoni la ricordo trent’anni fa a un congresso della CGL a Firenze con questo bel viso sexy,è ancora viva?
“Purtroppo sì. Nella bella casa dove vivono lo tiene oramai prigioniero. Va detto però che di libri che Giorgio continua a reputare tra i suoi capolavori come la biografia di Togliatti fu la Giacomoni a svolgere il durissimo lavoro di ricerca.”
A proposito di grandi maestri che si scannano fra di loro…di recente Pansa ha parlato per Bocca di demenza senile e di squallida invidia per il suo successo di vendite (in questa querelle è arrivato persino a dare a Corrado Augias del piccolo boss di partito, del poco professionale, dell’ipocrita tartufo) Bocca a sua volta non usa mezzi termini:dice che Pansa è solo un fascista e dovrebbe andare in galera.
“Non c’è paragone tra Bocca e Pansa Con il primo parliamo di Coppa dei Campioni con il secondo di serie C. Pansa scrive le stesse cose che Giorgio Pisanò scriveva trent’anni prima di lui venendo ricoperto- nonostante le cose che scriveva fossero giuste e fosse un reporter mirabile – da un oceano di fango da parte di tutti, Pansa compreso. Oggi che il clima è cambiato è molto più facile …francamente non ho una particolare stima per Pansa mentre ne ho molta per Bocca che sulla pagina scritta conserva una lucidità grandissima.”
Per non parlare dei suoi libri straordinari, anche come riflessione sul nostro mestiere, come il “Provinciale” e l’Inferno” Non ricordo in quale scrisse che amava in modo particolare gli archivi della Mondadori ottimi, se non altro, per scoparsi tutte le segretarie. Voglio fare il giornalista!mi sono detto.
“Il Provinciale è un libro straordinario. Tanto è vero che a Giorgio – che in effetti il complesso dei libri di Pansa che vendono più dei suoi ce l’ha- glielo dico sempre: chettifrega, diversi dei tuoi libri rimarranno,quelli di Pansa no. Siamo su due piani diversi.”
Debbo comunque osservare che i detrattori di Pansa lo insultano genericamente ma mai nei contenuti traumatizzanti dei suoi libri sulle stragi partigiane,dove è documentale.Ma torniamo alle tue colpe se questo sgangherato cecchino dell’informazione (quale mi reputo:ogni tanto però ci prendo )è divenuto tale.Mi innamorai dei tuoi dialoghi con Bocca su Prima Comunicazione…anche il suo storico direttore , Umberto Brunetti, ha uno stile rutilante ma a differenza del tuo, volto ai contenuti ,il suo è più fine a se stesso,enzobiagista -se mi passa il termine che considero riduttivo- insomma lui è uno che ti affascina cartelle intere descrivendoti come il batacchio dell’editore Caracciolo gli sbatacchia sulla gamba mentre si getta in mare piuttosto che sondare i suoi oscuri rapporti con Tassan Din o con Flavio Carbone il malavitoso forse omicida…ricordo dopo alcune mie interviste per cui la redazione di Prima gridò al miracolo che mi censurò una intervista a Federico Zeri (in cui guarda caso parlava anche della causa vinta in America contro le balle che la Fallaci scrisse di lui) gemendo spaventatissimo al telefono :”Mio Dio, mio Dio che cose tremende dice Zeri…non posso proprio pubblicartela ..ne avremmo solo terribili grane !“Ma come grane, erano vere o no le cose che diceva?era credibile o no Zeri,numero uno al mondo nel suo mestiere? La pubblicai poco dopo su Flash Art e non successe nulla,a parte che quel gentiluomo di Giancarlo Politi i miei pezzi su Flash Art non me li ha mai pagati…
“ Su Prima ebbi l’umiltà di fare lo sparring patner di Giorgio..diciamo pure la parte del cretino dei fratelli de Rege per far emergere un certo scenario mediatico..ogni tanto poi riuscivo a infilare qualche mia zampata personale…in effetti riprovarono a farglieli fare con qualcun’altro ma non sono più stati,credo,così efficaci.”
La rottura nacque,mi sembra , perché a suo avviso colorasti troppo un suo giudizio non propriamente lusinghiero sull’ex direttore del Corriere della Sera Alberto Cavallari.
“ No,la storia è un’altra. Facevamo questi dialoghi…”
Straordinari.
“Grazie. Dicevo facevamo questi dialoghi sul giornalismo nostrano-e-non e lui un giorno fa delle critiche al vetriolo al direttore dell’Espresso Livio Zanetti che io riporto. Esce Prima e Bocca al telefono alle cinque del mattino,cosa del tutto inusuale per lui,mi butta giù dal letto:”Sei impazzito-mi fa- hai riportato le mie critiche a Zanetti. “Ma non è la verità?- gli replicai,non sono le cose che mi hai detto? La sua risposta me la ricorderò tutta la vita,proprio perché proveniva da quello che io consideravo un maestro del giornalismo coraggioso ,senza bavagli :” Se arrivato alla tua età pensi ancora che la verità sia una cosa che va detta sempre mi dispiace,sei solo un povero imbecille ” e butta giù il telefono.Improvvisamente mi resi conto che per lui la battaglia della verità,perlomeno in questo caso,contava assai meno che il timore Zanetti¬ –impermalosito-gli togliesse la sua rubrica settimanale.Io ho sempre pensato che una delle poche cose belle di quella orribile malattia che è invecchiare è che uno finalmente dice un po’ quello che gli pare…Giorgio purtroppo è sempre rimasto il figlio della maestrina indigente di Cuneo per cui nonostante sia divenuto-meritissimevolmente- ricco e famoso gli è sempre rimasta l’angoscia del denaro.Sottolineo che tutto questo lo dico con grande affetto e grande rispetto. Ricordo una volta che gli piombai in caso e lo trovo che incollava delle striscioline su una pagina..”Ma che fai? “ gli chiesi. “La voce di una enciclopedia”mi rispose tutto contento. “Ma hai tempo per queste cose ?” gli chiesi interdetto “ Sai,mi danno centomila lire “che pur essendo noi nell’81 non era certo una cifra per cui perder tempo…non era solo una questione di denaro, la questione era ancora più sottile e per me angosciante per lui. Giorgio,appieno,non si è mai reso conto di quanto fosse e sia importante…ricordo che andava alle cene dei Pirelli,della Crespi,dei Brianon e mi raccontava come questi,con la tipica spilorceria dei ricchi, lo avvilivano-lui che è un formidabile mangiatore- con delle insalatine,dei ravanelli…”Ma perché ci vai,scusa ?” gli obbiettavo “Eh,mai sai,è gente importante ..”mi rispondevo tutto onorato..”Ma porco mondo Giorgio :non ti rendi conto che tu sei mille volte più importante di loro??!” gli abbaiavo, ferìto per lui. Niente,rimaneva onorato.C’è un lato masochista in un uomo pure così solido e realista come lui.Ricordo quando era già famoso che Tommaso Giglio e Giuseppe Trevisani andavano a cena a casa sua per dirgli che era un provinciale e anche un cretino.”Ma perché non li mandi a cagare! ” mi permettevo di suggerirgli. “Bisogna avere rispetto per l’età “mi rispondeva. Incredibile.”
A proposito di scannamenti tra grandi maestri di recente al Festival della letteratura di Mantova mi ha sconvolto il grande-lui sì davvero- Robert Fisk. No,dico:una che parla le lingue arabe,uno che ha intervistato tre volte Osama Bin Laden,uno che in Oriente ci vive ed è in grado di correggere un ayatollah su una citazione del Corano:lui sì,il corrispondente dell’Indipendent ,che è un vero maestro tra due culture. Prima di lui e quanto lui ammiravo solo il corrispondente sempre da quei luoghi del New York Times, Thomas Friedman. Glielo cito pensando di compiacerlo e lui di colpo paonazzo e come se fosse sul punto di vomitare inizia a gridare :”Coosa? Thomas Friedman??uno che si fa pagare 75.000 dollari a conferenza…io piuttosto che sorbirmi quella merda sarei capace di pagarli io,75.000 dollari ,pur di non sentirlo!!” Mi viene in mente il disprezzo,che spesso dai tuoi articoli emerge,di Montanelli nei confronti di Scalfari.
“Una volta chiesi a Indro cosa pensasse di Scalfari e lui mi disse semplicemente “Non è dei nostri,non è un giornalista.” Un grande manager editoriale certo,un grande organizzatore ,il creatore di Repubblica,ma più un politico che un giornalista.E come politico per inciso deleterio,il suo è il classico bacio della morte,tutti coloro di cui ha sposato la causa hanno visto di colpo eclissare il proprio potere.I suoi pezzi poi…la loro illeggibilità ormai è quasi mitologica Una volta erano contorti,adesso sono un enigma sepolto dentro un mistero…il tutto per di più condito da un ore rotundo caramelloso, da velina governativa di provincia.Il contrario del nitore mozartiano di Montanelli capace anch’esso di virtuosismi ma calati in un tale contesto di chiarezza da renderli mai indigesti.”
A parte che si atteggia a Socrate -con tutto la gratitudine che gli dobbiamo per quel difficile miracolo editoriale che è stata la nascita dal nulla di Repubblica- e il suo braccio destro Peppino Turani prendeva.. le mazzette da Gardini (tutti abbiamo un Previti dentro di noi) e dopo averci tormentato le scatole per decenni su come la P2 fosse l’ufficio stampa del Demonio con la P2 il suo editore si metteva d’accordo-il famoso patto editoriale con Tassan Din- e soprattutto (come dimostra la non querelata biografia non autorizzata sul nostro di Piero Vigorelli “Barba Padrona”Nuova edizione del Gallo 1989) al referente bancario romano della P2 Giovanni Guidi dovette l’essere riuscito il suo giornale nei primi anni a scampare dalla bancarotta !
“La colpa maggiore di Scalfari a mio avviso è che egli ha introdotto nell’intellighenzia italiana quello che potremmo chiamare il virus della quaglia,e cioè scrivere una cosa e sei mesi dopo esattamente il contrario senza pagare ammenda. Un virus esponenziale perchè poi i sei mesi in lui divennero un mese,un mese divenne il giorno dopo finchè trionfalmente ricordo un suo pezzo su Craxi in cui alla fine smentiva severamente l’incipit del suo stesso articolo. Questo andazzo,che prima di Scalfari sarebbe stato impossibile, grazie a lui è divenuto una delle connotazioni del giornalismo italiano. Ricordo la battuta che faceva Montanelli quando gli parlavano del grande Scalfari.“Di grande,di certo,c’è solo il bancario.”
Viene in mente il clamoroso scoop su come fosti tu-a costo di rubare-a fornire la prova ai magistrati che la P2 si stava impossessando della Rizzoli.
“In realtà le cose furono molto semplici.Ero andato dal mio avvocato Gaetano Pecorella per il divorzio di mia moglie e lui imprudentemente aveva scordato sul tavolo il documento del patto con cui Angelo Rizzoli cedeva all’Istituzione, cioè la P2, il gruppo Rizzoli -Corriere della Sera attraverso la Fincoriz di Bruno Tassan Din…pubblicai tutto su il Giorno e Pagina…Tassan Din ebbe la faccia tosta di querelarmi per 50 miliardi…tra l’altro anni prima l’avevo conosciuto,un mio amico con cui andavamo a giocare a poker a Campione se l’era tirato dietro,alla frontiera senza documenti fa una scenata penosa : “Lei non sa chi sono io!”siamo dovuto tornare indietro a recuperare la sua carta d’identità…che questo impiegatuccio squallido ad un certo punto sia diventato uno dei burattinai d’Italia è qualcosa…tra l’altro ho la certezza psicologica che sia stata lui la fonte anonima che fece ritrovare le famose liste dela P2 a Castiglion Fibocchi, in questi modo il servo infedele- e mitomane- pensava di liberarsi dei suoi padroni Gelli e Ortolani e sostituirsi al loro potere…”
Che in realtà condivideva con metodi infimi, si è detto anche grazie alle memorie erotiche della Sandra Milo e della Moana Pozzi-dove di molti politici venivano fatti nomi cognomi luoghi date e prestazione sessuali- di cui a lungo bloccò la pubblicazione in chiave ricattatoria…
“Di certo le donne le procurava ad Angelo Rizzoli con questa motivazione grottesca:”Sono un pezzo grosso della Rizzoli !” e le donne le procurava.. al capo della Rizzoli. Povero Angelo,studiavamo assieme al Bachelet e giocavamo assieme a calcio,anzi lui no perché era troppo grasso,inziarono lì i suoi complessi ingigantiti dalla sua terribile matrigna,la Ljuba Rizzoli.”
Se c’è una tua intervista che sembrava scritta dalla Fallaci ma a differenza di quelle della Fallaci era documentata e non solipsistica fu la tua mitica intervista ad Angelo Rizzoli per l’Europeo…a proposito oltre a riviste come l’Europeo e Pagina fosti l’anima di un altro grande foglio- perlomeno agli inizi-L’Indipendente…come finì quell ‘avventura?
“Uno dei primi sintomi inquietanti che ebbi da Feltri quando lavoravamo all’Indipendente…”
Che grazie ai tuoi editoriali ed articoli ,è universalmente riconosciuto, a quanto passò?
“…da 5000 a 120.000 mila copie.”
Cazzarola !
“…fu che lui mi rivelò all’improvviso che Scalfari era per lui una stella polare. Stella?ma se il nostro giornale era quanto di più antiscalfariano ci potesse essere al mondo!Poco tempo dopo mi chiese se sarei andato con lui al Giornale di Berlusconi di cui gli avevano offerto la direzione..gli spiegai i mille motivi per cui non avrei mai potuto e soprattutto che avevamo in quel periodo la possibilità di fare dell’Indipendente la Repubblica di quegli anni….discutemmo e bevemmo più volte fino a tarda notte..ogni volta terminava con questo auspicio esorcistico :” In culo a Berlusconi e al suo Giornale!” L’ultima volta ,il mattino dopo, andò a firmare. L’abbandono dell’Indipendente,una nostra creatura in fondo,è qualcosa che a Vittorio non ho mai perdonato. Il che non toglie che i nostri rapporti umanamente siano tornati ottimi e quando nessuno ha voglia di farlo lui non ha mai paura a pubblicare qualunque mio pezzo scomodo…ma L’indipendente era un formidabile cacciatorpediniere- di cui eravamo proprietari: il sogno di ogni giornalista- in grado di silurare qualunque pachidermica corazzata tipo Corriere della Sera che ci passasse davanti..Vittorio sprecò una occasione storica irripetibile:”
Ma non eri stato nel comitato di redazione del Corsera?
“ No,andò così.Tommaso Giglio non voleva andassimo alle riunioni del sindacato di redazione.. ora se c’è una cosa che mi sta sui co…che proprio non…però era un po’ come mi dicesse non si va a puttane. Bello o brutto che sia saranno ca…miei,o no? Scrissi una lettera a Giglio in cui dicevo che il suo ostracismo al comitato di redazione era una di quei piccolissimi sentieri la cui strada finale era la gasatura degli ebrei. Giglio che pure mi voleva e mi volle sempre un gran bene non la prese bene e non mi faceva fare più pezzi…quindi divenni paradossalmente un mito sindacale e mi votavano per il comitato di redazione della Rizzoli che detestavo e per cui per inciso ero un assoluto incapace.”
Come il tuo maestro Montanelli faceva e il tuo ideale giornalistico Curzio Malaparte suggeriva tu scrivi anche libri,libri di storia-ho letto d’un fiato Nerone- ma a differenza di Montanelli che spalmava di esilaranti battute un materiale orecchiato da altri tu arrivi a fare le pulci e a riflettere Sull’intero asse storiografico dell’argomento di cui ti stai occupando.
“ Beh,Nerone mi è costato quasi tre anni di lavoro.”
Non è un pamphlet.
“Non è un pahmplet. Certo io non sono uno storico di quelli che addirittura riescono a creare le proprie stesse fonti con scoperte d’archivio ma le fonti le ho sondate tutte e per quello che ho potuto ho fatto anche ricerche personali,..Montanelli tirava via dato anche il numero elevatissimo di tomi (con colpi d’ala però tipo il suo splendido libro sulla Controriforma ) compensando con il suo geniaccio toscano..”
Non si è mai capito come mai si fosse messo accanto allora uno sconosciuto come Roberto Gervaso.Molti ipotizzarono l’unica spiegazione possibile fosse che era suo figlio,un figlio naturale.
“E’ vero, lo si disse…certo gli assomiglia poco. Nell’aspetto. E soprattutto nell’intelligenza”
Della trimurti Montanelli-Bocca- Biagi è rimasto solo Bocca.
“Biagi era uno con cui potevi parlare solo di mestiere, non conosceva altro. Giorgio è uno che se gli si apre la botola dell’esistenziale cerca di evitarla ma poi ci cade inevitabilmente e gustosamente dentro. Montanelli…Montanelli era come digitare l’Universo. Io non ho mai trovato un solo argomento in decenni di frequentazione su cui non sapesse o non mi sorprendesse.”
Sarà cronaca rosa ma è stato anche uno dei più grandi amanti del secolo. Centinaia di amanti su cui ha sempre steso un immenso velo signorile. No,dico: parliamo di uno che quando la regina Maria Josè si ruppe le palle del Re-se mi passi la metonimia-fuggì con lui.E non lo ha mai rivelato a nessuno,anche se una ristrettissima cerchia lo sapeva.
“Era anche un uomo di suprema eleganza. Non solo affettivamente con le donne ma anche deontologicamente con i collaboratori. Quando scrissi per la Mondadori un libro “Il Conformista “-che in realtà era una raccolta di miei pezzi polemici scritti tra gli anni ottanta e novanta- alla Mondadori mi dissero qui ci vuole una introduzione di peso,di Montanelli. Io della leggenda di Fucecchio avevo un timore reverenziale, gli davo del tu come si fa fra colleghi ma era un tu intimidito e onorato..vado da lui con la tremarella e balbetto ;”Direttore è ancora peggio di quanto pensi,non ti chiedo una recensione al mio libro ma addirittura l’introduzione..” Non mi fece quasi finire : “Certo. Te la devo. Sono in debito.” Ma come in debito,semmai in debito ero io che mi permetteva di collaborare con lui! Due giorni dopo la splendida introduzione di Indro era già sul mio tavolo.Diceva di essere in debito lui a me che potevo solo ringraziarlo. Questo in un mestiere che se chiedi a qualcuno a cui hai magari salvato la pelle un caffè te lo fa pesare.”
Era stupenda anche Colette Rosselli ,la moglie,tra l’altro scrittrice molto più urticante di quanto Donna Letizia potesse far credere.Una delle poche ad aver fatto in quei tempi un riratto al cianuro Di un personaggio vagamente nauseante e del tutto agiograficamente beatificato come Sandro Pertini. Non la prendo come una medaglia di merito –anzi sì -ma credo di essere stato l’unico giornalista querelato da lui (querela minacciata e mai arrivata ovviamente)( come riporta nel suo folgorante libro- intervista a Pertini proprio Livio Zanetti:”Cercai inutilmente di far licenziare uno strano giornalista italoamericano..”) In un mio articolo scritto per l’America riportai quello che pensavano veramente di lui alcune fonti non sospette. All’ A.N.P.I ad esempio di lui dicevano :”O era una spia o era un idiota” tanto è vero che tutti i capi partigiani clandestini che lui durante il fascismo andava a trovare il giorno dopo venivano arrestati. Sempre all’A.N.P.I non gli perdonavano che nel dopo guerra divenuto comunque famoso per fare un comizio pretendesse scarpe e abiti di Gucci firmati. Per non parlare dei quadri del Senato prestatigli come ex presidente dello stesso e sembra mai restituiti. Delle veline del Sifar che concordamente lo qualificavano come il più adatto a far da paravento istituzionale in caso di colpo di Stato.Della malignità con cui assillò il povero Lombardi tanto si disse da contribuire a fargli venire l’infarto…alla marea di insulti da scaricatore di porto e di bestemmie irriferibili con cui immediatamente ricopriva chi solo accennasse anche velatamente a un accenno critico..Scalfari compreso.
“Ci sono cinque righe in un libro di Altiero Spinelli- vergognosamente censurate dall’editore- in cui in effetti il padre spirituale della Comunità Europea ricordava che quando erano al confino a Ventotene nessuno si fidava di Pertini, indecisi se fosse un cretino o appunto una spia. Con me piove sul bagnato perché allora fui tra i pochi,se non l’unico,a scrivere cinque o sei pezzi violentissimi contro questa vomitevole retorica propertiniana che in tanti sapevano chi fosse, in realtà. Ricordo non so quale collega,si fa per dire, che scrisse: “Ecco l’aereo di Pertini che democraticamente atterra come tutti gli altri “…insomma il nostro Presidente era così benigno da abbassarsi,da planare come il resto del popolo!…”
Un altro capolavoro da baciapile fu quello di Gianni Bisiach ,che scrisse: “Quando era coscritto in Francia il futuro Presidente ridipingeva le pareti con lente e maestose pennellate fatte ad arte,senza sbagliarne una. Più che il ritratto di un imbianchino sembra il ritratto di Michelangelo.
“ L’ultimo mio articolo su Pertini si chiamava “Il Presidente che io vorrei “ scritto verso la fine del suo settennato che era l’esatto contrario di ciò che poteva caratterizzare uno come lui. Immediata rabbiosa telefonata al direttore della rivista la Domenica del Corriere Pierluigi Magnaschi,un gentleman dell’informazione, il quale ricoperto da una valanga di insulti cerca di barcamenarsi alludendo all’autonomia delle rubriche dei giornalisti, allo spirito un po’ da bastian contrario di Massimo Fini…era come fermare il mare con un dito.Il “nostro” San Pertini gli latra minacciosamente:”Non credere di fare il furbo con me,imbecille!chiamo il tuo padrone Agnelli e vediamo qui chi comanda!” E infatti il giorno dopo mi si presenta il responsabile editoriale della casa editrice Lamberto Sechi…”
Lamberto Sechi? no! il creatore di Panorama,un’altro dei miei miti assoluti…non mi dire che si prestò al gioco sporco di Pertini…sarebbe come se mi portassi le prove documentali che Gesù rubava .
“Eppure purtroppo è così. Mi disse:meglio che non ti occupi più di Pertini.Non solo ma Magnaschi nonostante avesse portato la rivista a un numero di vendite record nel giro di tre mesi venne licenziato e ovviamente anch’io allontanato dalla rivista.”
Massimo, scusami, mi sembra impossibile,per Sechi dico.
“Tanto impossibile che lo stesso Magnaschi te lo può confermare,a parte la storia stessa della rivista. Eppure fu lo stesso Lamberto Sechi che come funzionario editoriale aveva grigiamente svolto un lavoro diciamo di ramazza che tornato Direttore- lo divenne all’Europeo-non solo valorizzò moltissimo la mia rubrica ma nonostante credo nel 90% dei casi non fosse d’accordo con le mie opinioni non le censurò mai,mai. Il grigio funzionario ritornò lo splendido Direttore che era sempre stato. Anzi io quell ’episodio cercai di raccontarlo una volta al Maurizio Costanzo show…”
La cui cultura al massimo arriva alla Garbatella, hai scritto.
“Esatto ma avendo appunto quel tipo di cultura sfumò subito il mio discorso..”
Costanzo è sempre stato nelle mani dei mediocri che avevano un minimo di spessore. Ricordo una volta che presentò come coraggiosa eroica verità rivelata un intervento dell’avvocato Giampaolo sul 2 Agosto…non che quest’ultimo non sia degna persona ma è portatore di una lettura di parte sulla strage che non ne esclude altre…Costanzo tremava dall’emozione come di fronte a Mosè…era soltanto l’emozione di un anchor man talmente professionista da non aver mai letto un atto processuale in vita sua. Comunque. Rievocando battaglie meno nobili in una bella intervista che ti ha fatto Giancarlo Perna si ricordano le zuffe tra te e un altro grande creativo della provocazione,Vittorio Sgarbi.
“Arrivò a mettere la mia foto con sopra scritto Wanted a Sgarbi Quotidiani come simbolo del forcaiolismo.E dire che soprattutto agli inizi lo difesi contro tutto e tutti, stessi giornalisti compresi, impermalositi e complessati dalla sua dialettica irresistibile…e dire che fui io a portarlo all’Europeo di Lanfranco Vaccari per i suoi primi articoli,ero rimasto colpito dalla sua verve straripante al Costanzo Show,verve che peraltro negli articoli non si ripetè…sì poi ci sbertucciammo per una tipa e per il fatto che se lo criticavo mancavo di “avvertirlo”..insomma la critica con avvertimento diplomatico preventivo è una categoria che non conoscevo…io l’avevo criticato tra l’altro per il suo pressappochismo liquidatorio nei confronti dei giudici “Sarebbe-gli dissi-come se dicessi io a te che Caravaggio e Michelangelo sono tutti farabutti e assassini..” lui ,che mi aveva appena querelato,era capace in certe cene dove lo incontravo di alzarsi e fare intemerate furibonde contro gli stronzi che querelavano…una volta scrissi che sarebbe diventato adulto solo quando si fosse liberato dell’ombra onnipresente della madre…iniziò a sostenere e a ululare che io mi auguravo la morte di sua madre…una cosa insensata e penosa… poi comunque tanto mediò la signora Rina che ci riconciliammo…c’è un fondo caratteriale in lui in realtà dolcissimo…”
Lo ha dimostrato anche di recente al Premio Mantegna da lui fatto dare a Leonardo Cremonini… la premura e deferenza quasi filiale con cui trattava il grande pittore era commovente. Passo di palo in frasca al tuo movimento, Movimento Zero,che molti dicono abbia anticipato quello di Beppe Grillo.Tra l’altro so che hai referenti in tutta Italia,tra cui l’affascinante principessa Orsini della libreria omonima tua referente a Pistoia. So che vi siete indignati dei paragoni azzardati che hanno fatto tra voi e Forza Nuova. Se questo è vero come mai ospitate tra le vostre file un sospettato di stragismo come Paolo Signorelli?
“In effetti Paolo Signorelli è stato un grosso problema. Noi siamo partiti dall’idea che non ci interessava il pedigree passato di una persona ma chiunque condividesse le nostre concezioni poteva entrare. Il problema di Signorelli non era che fosse entrato nel movimento, ma che cercasse di egemonizzarlo.Questo movimento creato da me ed Eduo Fiorillo,il brillante creatore anche del mio sito e dello spettacolo teatrale Cyrano che avrei dovuto fare in Rai(unico caso nella storia della Tv di programma completamente girato e mai andato in onda) questo movimento l’avevamo ideato perché venisse gestito dai giovani. Io ho sessanta anni,se le mie idee hanno un destino è perché siano rielaborate dai trentenni che hanno voglia di fare,non certo da uno come Signorelli,che infatti poi è finito fuori. Un altro che cercò di egemonizzarlo e fece la stessa fine fu un ex leghista, un certo Antonio Serena. Il movimento deve camminate sulle proprie gambe,io sia ben chiaro non sono né il Talmud né un altro Beppe Grillo, anche se di quest’ultimo si capisce l’importanza dato il terrore con cui ha ricompattato l’intera classe politica contro di lui.”
Tornando e concludendo la nostra chiacchierata sul giornalismo nostrano: cosa pensi del fatto che uno come Renato Farina –incauto certo nei propri rapporti con i servizi segreti (che nel giornalismo Usa peraltro sono all’ordine del giorno)-ma anche intessuti a fin di bene per salvare delle vite umane- venga demonizzato vomitato e radiato e l’anchor woman (si fa per dire) del TG5 la Cesara Buonamici che è arrivata a chiedere le mazzette a due loschi faccendieri come Ugo Bonazza e Nunzio Laganà per mettere una buona parola con il ministro Altero Matteoli (come da istruttoria del pm Woodcock)se la sia cavata con la risibile pena di sei mesi di sospensione dall’Albo?
.:: Dall’Emilianità a Bologna. .:: Un universo minore raccontato mille volte ma davvero conosciuto? .:: La Mafia inventata non da Corleone ma dai nobili bolognesi, Renato Zangheri .:: come Richard Gere, l’atroce fine di Dozza, l’eroico antesignano Renzo Imbeni, .:: l’ectoplasmatico Walter Witali, il giornalista terrore dei giornalisti Guazzaloca, .:: Cofferati come Woody Allen occulto e Terminator di quei delinquenti degli osti, .:: i centri storici salvati dalle librerie Coop e Coop Adriatica, il sanguinario grottesco .:: teatrino della Uno Bianca, i portici e le colline felsinee come doppia ozonosfera, .:: il sottoscritto mandante dell’omicidio di Vincenzo Muccioli, il vero mistero .:: di Prodi non era a via Gradoli, il Sangiovese e il Barbarossa della Fattoria Paradiso .:: fecero cambiare idea sui comunisti a Reagan e Clinton, .:: l’erede universale di Francis Bacon a Bologna… .:: …e mille altri manicaretti concettuali ( e mondani) . .:: Quarti di memoria inchiodati nello scannatoio del tempo.
Nel Medioevo mentre portavano i condannati alla forca in Piazza Maggiore per il divertimento della folla già staccavano sul carretto braccia intere al malcapitato alle cui urla disumane il tollerante gentil popolo emiliano danzava festoso al suon di tamburelle (Tiziano Costa “Bologna,Storie di vita perduta,C’era Bologna editore 1999 )La Mafia- benchè sia poco noto-fu in qualche modo inventata dai nobili bolognesi. Famiglie come i Pepoli avevano centinaia di sicari al soldo e palazzi sotto il loro controllo come il Davia Bargellini – oggi vi risiede il centro ricerche Nomisma creato da Romano Prodi – sembrano ancora trasudare del sangue e dei corpi delle vittime (non pochi murati vivi) di centinaia di banchetti apparentemente conciliativi finiti in strage e in centinaia di bare di calce proprio come i loro mediocri epigoni, alcuni secoli dopo, di Corleone. Dostoievsky per quasi un anno divenne invisibile nella periferia della città giocandosi fin i cappotti dei figli in un casino da gioco allora famosissimo a San Lazzaro e inorridì al punto di se stesso da concepirvi il nucleo dei Karamazov. (Uno dei tanti episodi straordinari ma fantasmatici di una Bologna od Emilia di cui nessuno parla.)
Colline
di Bologna
foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Colline
di Bologna
foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Nelle sue intatte meravigliose colline che assieme ai suoi portici la circondano come una”doppia ozonosfera”” secondo la bellissima espressione del grande poeta Philip Larkin(tanto per cambiare anche lui nei primi anni ottanta invisibile a Bologna ))Goethe pensò di aver scoperto la pietra filosofale dalle parti di Paderno e io, giovane universitario, ci facevo il mio rustico ma ineguagliato talamo delle sventurate ragazza disposte a dar credito alle mie contorte elucubrazioni.
Un virus non dovrebbe permettersi di discettare del proprio computer- perché tale mi sono sempre sentito nel corso degli anni nei files petroniani sempre sospettosi su di me, perlomeno quelli che esprimevano ostinatamente l’ultima raffica di Lenin- ma ora che non sono più newyorchese ora che non sono diventato del tutto londinese ora che mi spaventerebbe ritornare romano e ora che sono riaffiorato almeno in parte in Emilia- terra che fu di mia madre- non sono certo in grado di indossare in modo elegante sogni sgualciti da altri ,tranne uno: Bologna non l’ha mai saputa raccontare nessuno. Non venitemi a dire che ci riesce un libro come “La Vita quotidiana di Bologna ai tempi di Vasco “ (Laterza Contromano 2008) che dimostra come Enrico Brizzi a 18 anni forse era un genio,adesso scrive con le qualità narrative di uno studente di terza media che da grande farà il geometra sottopagato. O un saggio come quello di Edmondo Berselli “Quel gran pezzo dell’Emilia” (Mondatori Collezione Frecce)che di brillante ha solo il titolo mentre per il resto sembra scritto,come originalità d’impianto,dallo stesso ghostwiter da terza media futuro maldestro geometra che aveva già devastato le pagine di Brizzi (evanescenza che nel recente: “Sinistrati. Storia sentimentale di una catastrofe annunciata,Mondadori “ si evolve in dozzinalità greve con frasi tipo:”Bravo Cofferati che sganciata la moglie si è fatto scodellare un figlio da una trentenne..”
O lo scaltro stanco accademismo di un Francesco Guccini che nelle sue liriche felsinee non travasa nulla delle proprie ammirevoli ricerche linguistiche sul dialetto(ci riuscì invece, ma solo musicalmente, Lucio Dalla -generoso recuperatore anche per motivi di sobrietà finanziaria di musicisti alcolizzati -in Terra di Gaibola il suo primo e unico capolavoro…si pensi alla recente francamente imbarazzante Dark Bologna) benché continui a pensare che siano soprattutto tardo-reaganiani come Alan Jackson a restituire paradossalmente il sapore country della gens emiliana in ballate come “I still like Bologna”.Oppure geni invisibili,troppo raffinati per volersi incanaglire sulla ribalta come Rogèr Riccobono a suo tempo tra i fondatori dei Nuovi Angeli e ancora oggi silenzioso autore di grandi ballate che in pratica regala a gruppi come i Pooh… (che ovviamente li massacrano) Nella sua meravigliosa villa di Pianoro circondato da centinaia di oggetti antiquariali amorosamente raccolti da sua moglie Rosa e da una mezza dozzina di terrificanti pitt bulls taglia grande da difesa se attorniato da amici fidati ogni tanto suona i suoi capolavori,tra cui il vero unico Inno del Bologna. E ci riesce anche se in modo scolastico Jenner Meletti nel numero di Dicembre di National Geograpich in cui questo ex inviato speciale della Unità per descrivere la turrita capitale rossa dedica il maggior spazio dell’articolo ai riti del Collegio di Spagna, uno dei rifugi teocratici dell’aristocraticità papalina locale. Splendidamente ci riesce Alberto Statera in uno di quei rari articoli che focalizzano un intero ambiente “Cofferati e i 3 poteri di Bologna “(Repubblica,3 Febbraio 2007)… Ma io non voglio parlare di Bologna,del fottuto riformismo emiliano,del tortellino anche mentale,il Cofferati seguace della Tatcher, le turrite guglie che chi le vede mai,il prestigioso Mulino sai le palle, il Motor Show e il suo glebeo delirio a quattro ruote ….voglio solo affacciarmi sull’ abisso lieve del rapporto labirintico che ho avuto con una patria minore ma nella memoria inespugnabile e a cui ,incredulo,sono sempre ritornato.
Roger
Riccobono singing foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Il
Collegio di Spagna a BO da National Geohraphic
Tornato a questa terra,ultima landa dei comunisti…con cui in realtà mi sono quasi sempre trovato benissimo. Non ho mai ben capito perché, almeno per un certo periodo ,ne divenni un simbolo antagonista. A me, i comunisti,in cambio di qualche sporadico articolo in inglese non sempre illuminato,mi hanno letteralmente mantenuto. Per anni: eventi,congressi,donne (leggi: gli ambienti in cui intercettarle)cene,lavoro,persino disposti a sorbirsi le mie grottesche lacrime di coccodrillo sentimentale a cui era stata inflitta una zanna di meno quando una delle sventurate squisite morfotortelline rugiadose sensualmente campestri emiliane di turno avendo capito che ero una testa di cazzo non so perchè mi lasciavano. Comunismo? per me comunismo fu il mitico capo partigiano nonché venticinquennale caporedattore dell’Unità Ciro Soglia(secondo i bene informati i vertici del Cremlino si fidavano quasi più del suo giudizio che del segretario di Botteghe Oscure di turno)che per primo mi fece scrivere in Italia nonostante non avessi alcuna esperienza e scusandosi lui con me quando a causa di un mio articolo venne licenziato in tronco dalla direzione delle riviste della Regione Emilia Romagna (la Regione aveva speso una cifra ingente per invitare una scelta di firme Usa perché apprezzassero le tante qualità di questa terra,purtroppo io conoscevo le vere firme americane e feci sul loro mensile un pezzo irridente su praticanti diciottenni in migonna collaboratori di fogli parrocchiali o vere e proprie mitomani tra cui una che si spacciava per giornalista del New York Times essendone la…centralinista .In Regione la presero come uno che sputava nel piatto mediatico in cui mangiava e si rivalsero sul povero Ciro forse anche perché già allora troppo poco socialdemocratico…a me sembrò stalinismo,oggi dati tutti gli sforzi fatti in buona fede dagli organizzatori capisco potessero giudicarmi uno che colava sfottò bollente nella piaga aperta..)
Gina
Negrini
Compagni
Per me comunismo fu la eroina partigiana Gina Negrini nonché mitica archivista del Gramsci che disintegrando tutti i miei codici tatticistici borghesi mi convocò a causa sua a San Lazzaro ordinandomi :”Domani prendi il treno e porti mia figlia per una settimana a Venezia. E fai quello che un uomo deve fare con una donna. Intesi??” La Flavia la figlia della Gina allora era una specie di Valeria Marini timida sull’uno e settantacinque e aveva credo a malapena diciassette anni…fino a quel momento avevo a osato portarla tuttalpiù al Cinema.”Ma scusi Gina,non capisco..cosa?” “COOSA?? Ma allora se sei gay e già drogato ,me lo dovevi dire prima!!” Poi mi spiegò una terribile storia legata a un problema di Edipo non superato con suo padre riflesso nel suo bellissimo romanzo Sole Nero che temeva si ricreasse con la figlia , atroce agguato genetico che oso sperare aver dato una mano a superare…Ricordo la Gina far trillare a suon di ceffoni l’esterrefatto viso del pur valentissimo studioso Salvatore Sechi nella sede del Gramsci dove in effetti il cattedrattico si recava sondando testi rari del PCI per…sputtanare graziosamente lo stesso PCI. “Se i compagni sono diventati dei damerini in doppio petto io non lo sono!fuori di qua,carogna! Vai a rubare a casa tua, da Craxi!” Dicono l’applauso sia durato un quarto d’ora. Per me comunismo,almeno emiliano,fu una sera che completamente ubriaco fradicio mi presentai fuori da ogni protocollo in Comune(abitavo lì accanto)che stava dando una cena in onore del Presidente Argentino.”Ma Ravarino-mi spiegò un allibito Rovinetti,addetto stampa del Sindaco-i giornalisti non sono invitati…”” Hai ragione ma una de…la mia ragazza mi ha lasciato e io sono..mi sento solo,mi sento in fondo al pozzo.” Non potrò mai dimenticare l’immediato solidale imbarazzo (perché non c’è nulla di più imbarazzante che mettersi a nudo)con cui Rovinetti si precipitò a far alzare dal tavolo un consigliere comunale per darmi conforto….così almeno io ti ricordo,leninismo gentile della Bologna anni ottanta.
Giuseppe
Dozza
Guido
Fanti con l’astronauta russa Valentina Tereskova
In quanto ai sindaci del
capoluogo emiliano… Dozza ovviamente non lo conobbi , conosco però
l’agiografia da cui è ancora circondato..il più onesto il più
amato…peccato che sua nipote (si era fidanzata con Beniamino
Vignola mio ex compagno di banco al Massimo di Roma- e figlio del
braccio destro di Luciano Lama- che poi creò la splendida casa
editrice minore Theoria )mi ricordasse piangendo di rabbia come suo
nonno fosse morto in ospedale senza un soldo solo come un cane e
senza che uno solo dei suoi tanti protetti in carriera alleviasse
anche solo di pochi minuti i suoi mesi d’agonia…sarà vero ?e chi
lo sa,come diceva Umberto Eco sono pochi e limitati gli argini che un
giornalista può frapporre all’immenso oceano dell’opinabile.
Guido Fanti che molti considerano il migliore di tutti( io peraltro non saprei dirvi perché )lo incontrai una sola volta ma ne approfittai subito per chiedergli un po’ inurbanamente cosa ci era andato a fare in Russia sparendovi mesi assieme a Tony Negri poco prima dei funesti anni di piombo…(episodio questo di cui non si è quasi mai parlato) Mi lanciò uno sguardo meno sorpreso che divertito e mi chiese :”Dottore so chi è lei…davvero lei crede io avessi il controllo di Toni Negri ?” Non lo pensavo e ribadì con me stesso ,in questo come in altri non rari casi, che l’articolo migliore è quello che non si scrive…o quello trasversale, tangente rispetto alla Storia ma inserito nella Scheda Madre dei tuoi files personali…ricordo quando a fine anni settanta uno dei miei referenti mentali italiani Enzo Forcella in una conferenza a Palazzo d’Accursio confessò che di Berlinguer la cosa che più lo colpiva era il fascino misterioso della moglie…
Fattoria
Paradiso foto American Press
Grazziella
Pezzi nella sua Fattoria Paradiso a Bertinoro foto American Press
Su Fanti mi sarebbe piaciuto descrivere la giornata che passò con l’astronauta sovietica Valentina Tereskova sorseggiando a Cervia assieme a Nilde Jotti la sublime Albana della Villa Fattoria Paradiso agriturismo@fattoriaparadiso.com. La villa sorge sui resti del castello Lovatelli Ugarte dei miei avi,anche consapevole di questo la signora Graziella Pezzi con meravigliosa ospitalità ha accolto intere delegazioni dell’ambasciata americana-già i suoi genitori erano usi farlo con l’ex ambasciatrice Clara Luce e con Papi come Woitila – annichilendole con la polifonica bontà del Barbarossa 2001,3° migliore vino autoctono del mondo nel 2005,Frutto Proibito, 3° miglior vino passito del mondo nel 2004,Mito,primo premio al Banco d’Assaggio dei Vini d’Italia di Forgiano nel 2005… ma già negli anni settanta la Fattoria Paradiso era stata antesignana ambasciatrice emiliana del gusto negli ancora sospettosi allora salotti della politica statunitense…il Presidente Pertini accolse Ronald Reagan con il Sangiovese Vigna delle Lepri Ugarte –prima riserva qualità in assoluto del Sangiovese nella storia di questo vitigno da lui scelto personalmente- e un altro ex Presidente degli Stati Uniti Clinton brindò a lungo con il Barbarossa riserva assieme al discutibile Presidente della Niaf- National Italian American Foundation- Frank Stella ed altri 4500 commensali al Washington Hilton…
Renato
Zangheri a un vernissages con Cesare Sughi
Diego
Benecchi con Curzio Maltese foto American press
Zangheri non penso proprio si
ricordi me ma io mi ricordo piuttosto bene di lui…ebbi il piccolo
merito di contribuire a fargli assegnare il Premio Anghiari che
allora gestiva il mio direttore di riferimento GianfrancoVenè…mi
chiese cosa ne pensasse di lui la città. La città allora pensava di
lui –ma a Venè dissi il contrario-quello che una parte
pensa adesso di Cofferati cioè gratta il comunista e viene fuori il
questurino…ricordo un epico scontro nella sala Conferenze in
Palazzo Montanari dove egli ironizzava contro gli allarmismi sugli
studenti da parte di Bifo (poche settimane dopo scoppiò il 77…Ma
gli va dato atto che con l’allora capo dei movimentisti Diego
Benecchi che lo rimproverava di troppa poca rivoluzionarietà(quel
Benecchi che poi vedremo trasformarsi in un ligio consigliere
comunale anche se è molto interessante l’Associazione Nuovamente”
per il restauro di vocaboli come emozionalitàe creatività nel
linguaggio politico” che dirige adesso in via Borgo San Pietro
52,051 6493727 )ebbe una frase che lo lasciò sgomento ma che si
rivelerà profetica:”Noi poco rivoluzionari??Lei non capisce
nulla,caro Benecchi. Il Partito Comunista tanto più sarà moderato,
tanto più sarà riformista, tanto più rimarrà nella Storia”..
Io comunque,al di là dei suoi talenti oracolari, l’ho sempre trovato adorabile. Di un monaco comunista come Luciano Violante non mi fiderei mai ma di un comunista galante come Renato Zangheri mi fido senz’altro. Si perché di questo storico talmente sospettoso da rifiutare regolarmente qualunque intervista verta sui suoi anni di primo cittadino ma ancora talmente prestigioso da commuovere Flavio Delbono per aver accettato di essere presidente del comitato elettivo pochissimi conoscono la effervescente galanteria che definire di prorompenza berlusconiana è probabilmente usare un eufemismo(perlomeno nel passato,da anni è sposato non a caso a una sua ex allieva di trent’anni più giovane di lui di cui mi colpì il decoltè da pin up di Play Boy).
Renato
Zangheri commemora la strage
Dark
Bologna la Garisenda foto Cristiano Lovatelli Ravarino
I beni informati mormorarono che
la sua non elezione a segretario del partito comunista-quando
anche i sassi capivano che sarebbe stato infinitamente più efficace
del già allora clerical-bolscevico fuori tempo massimo dalla
vocettina pignola Alessandro Natta- fosse dovuto proprio a questo
aspetto(per me ripeto irresistibile )da coltissimo cascamorto che
pare non risparmiasse neanche la moglie dell’ allora più famoso
industriale della città…può sembrare irrituale se non
colpevolmente futile ricordarlo ma in un tempo in cui l’attuale
Premier elegge ministri le proprie ex veline io trovo assai meno
cabarettistico e anzi un merito che la vecchia classe comunista
emiliana dimostrasse di non esserlo del tutto proprio per lo spazio
anche ridondante che dava all’affettività, a costo di mettere a
rischio il proprio percorso politico…Cofferati- Tax Willer,
infallibile cecchino di osti che non si comportino come lord inglesi,
e angosciato di lasciar sola la giovane moglie, docet.
DI Walter Vitali non ricordo nulla(nel suo libro di memorialistica felsinea preginnasiale Brizzi ha uno dei suoi pochi colpi urticanti definendolo:”Uno scialbo spettrale ex assessore non stimato nemmeno dai pezzi grossi del proprio partito “) se non una incredibile o forse sarebbe meglio dire incredula moglie monumentale che avrebbe fatto la sua figura come modella di Botero in una delle tante bellissime cene che i comunisti offrivano a Palazzo d’Accursio(la via gastromonica emiliana alla democrazia:un tracciato nient’affatto minore)e il modo geloso e isterico con cui allontanò da me la geniale coppia omosessuale Gilbert e Gorge mentre li stavo videoriprendendo nella peraltro bellissima mostra organizzata dal Comune alla Galleria d’Arte Moderna (oggi retrocessa a padiglione della Fiera )capolavoro del mitico architetto Leone Pancaldi le cui kermesse mondane nel suo castellaccio sulle nerastre medievali colline di Vergato sanguinarie di tramonti lentissimi meriterebbero da sole un intero romanzo….
Walter
Vitali
I
prediletti Gilbert & George
con Renzo Imbeni ebbi invece un bellissimo rapporto. Non so perché mi è sempre così piaciuto questo granitico funzionario della scuola di partito di Modena,forse perché aveva qualcosa di militare. Chiedo scusa ai trotzskisti,agli ecologisti,ai terroristi,ai transessuali,ai brigatisti, ai pacifisti ma a me un certo stile militare piace. Intendo come fatto snobistico ,ovvio,non certo quello che rade al suolo paesi altrui e si sente un patriota. Ci misi un po’ a capirlo ma l’intesa con Imbeni nasceva anche da qualcosa per quei tempi ancora scandaloso e già profetico:amava gli Stati Uniti d’America. Ricordo le bellissime lezioni fatte regolarmente alla John Hopkins University, l’Università di studi diplomatici americani avanzati nel cuore di Bologna. Lo ricordo anche esterrefatto a una conferenza dell’ambasciatore Maxwell Raab sempre alla Hopkins in cui nonostante il sindaco fosse in prima fila il primo cittadino americano in Italia durante le due ore della conferenza non lo guardò mai direttamente in volto quasi gli sembrasse compromettente persino quel labile contatto visivo tanto era ancora un po’ grottescamente abissale il solco che divideva allora le due sponde dell’ oceano…
Imbeni
dà la cittadinanza onoraria a Alexander Dubceck
Peter
Secchia nowadays foto American Press
Con Peter Secchia andò meglio.Con l’eccellente Marco Marozzi fondatore della redazione della Repubblica in città (straordinario collega che peraltro oggi sembra diventato- in modo comunque assai dignitoso- il portavoce ufficiale di Romano Prodi sulla Repubblica tanto è vero che se si digita il suo nome su Google Immagini vengono fuori centinaia di foto dell’ex Premier e non una sua) li pedinammo durante tutto il pomeriggio in cui Imbeni a braccetto con l’ambasciatore in un inglese sorprendente illustrò a Secchia tutte le opere d’arte contenute a Palazzo d’Accursio (l’estetica,un mastice rassicurante anche allora) Il mio ambasciatore annuì alcune milioni di volte ma poi nei saluti in cortile non lo invitò ad andare a trovarlo in ambasciata. “Take care and have a wonderful time ! ” disse finto cordiale svanendo per sempre nel nulla…” Con un sorriso di educata mestizia sentimmo assieme a Marozzi Imbeni mormorare:” Finalmente capisco cosa significa sentirsi un perfetto idiota.. “ Non ero comunista,ero americano,ma provai un profondo imbarazzo: per protocollo non si accetta un invito che non si ha intenzione di ricambiare. Ma Secchia era colui che stava per scrivere un articolo sull’Unità (il primo nell’house-organ del Pci da parte di uno del suo ruolo)in cui si sarebbe limitato a descrivere la Baraldini come una criminale efferata -e che quindi gli Italiani non scocciassero- (invece di ricordare che la legge americana non distingue tra reato associativo e reato esecutivo)e che stava per aggredire Andrea Purgatori al Maurizio Costanzo show asserendo che il giornalista del Corriere su Ustica si era inventato tutto pur di guadagnare una montagna di denaro(il mio imbarazzo di rappresentato raggiunse vertici himalaiani):non c’era capolavoro diplomatico che Imbeni potesse compiere che avrebbe portato a un risultato…su come poi purtroppo la sua fine sia stata molto meno chiara di quanto non si potrebbe credere rimando alla mia intervista a Giorgio Bocca.
77 in
Piazza Maggiore Foto Tano D’amico
blindati
a Bologna nel 77
Sfuocando un attimo sui sindaci mi chiedo cos’è poi che contorni davvero un luogo…il repertorio un po’ mummificato delle sue opere d’arte,il tasso di interventi medici riusciti,gli avvenimenti epocali che vi si sono svolti…quando ci imbattemmo nel 77 capimmo subito che la Storia stava cambiando. Benchè recitassi anche con me stesso il ruolo del coraggioso cronista alle prime armi -ero peraltro l’unico accettato anche dai nuclei di fuoco-(perché?gli eversori sono degli snob,se dici che scrivi per il Corriere ti sputano in faccia, per il Los Angeles Times si incuriosiscono..)mi gettai nella messa a ferro e fuoco della città di Bologna con lo stesso animo postdadaista con cui si potrebbe andare a un party mondano. Come salotto l’intera città,come divertimento il sovvertimento dell’ordine costituito. Non ho mai gettato un molotov ma dopo le arringhe di Bifo dal carisma fidelcastresco mi sentivo anche io un novello Che Guevara…con sprezzo del pericolo entravo nei ristoranti e mi servivo(sempre offrendomi di pagare però se intravedevo il terrorizzato gestore):guidavamo il traffico,suonavamo il pianoforte a Piazza Verdi,ci addormentavamo alle elucubrazioni di Felix Guattari…per me il 77 è stato atteggiarmi a guerrigliero lessicale per avere più chances con le fate spesso irose che sciamavano fuori e dentro dai negozi imbottite di prelibatezze:oltre a quelle a volte compiutamente disseminate sui propri corpi.
Recalling
Foto CLR
Amarcord
foto CLR
Su suggerimento di un terribile funzionario d’oltreoceano-non sono così coraggioso da riuscire a citarne il nome (cosa ci facesse a Bologna dove era comparso all’improvviso proprio il giorno dell’uccisione di Lorusso rimane uno dei veri misteri della mia vita)mi improvvisai trascinapopolo. Ricordo ancora uno dei miei incitamenti preferiti: ”Compagni!(io che alla sera tornano nell’appartamento di 400 m2 in Galleria Cavour dei miei nonni materni ) vogliamo forse trasformare questo corteo in un esercizio di footing ??all’attacco!” Per fortuna che una delle più attente coscienze critiche dell’estrema sinistra locale Beppe Ramina un pomeriggio in via Irnerio se ne accorse e mi fulminò con un sacrosanto:” Senti americano del cazzo, fai a fare la Rivoluziona a casa tua !stai capito,hai capito?se no son guai!” Preferii non avere guai….l’ultimo fotogramma che ho del 77 è l’irrisoria facilità con cui il sindaco Zangheri ridicolizzò in un programma-dibattito a due di Enzo Biagi il rappresentante degli studenti insorti Andrea Bianchini che era stato mio compagno di studi…il quale, in modo sorprendente , mi rivolse una sola volta la parola dopo i tumulti per rimproverarmi peraltro in modo assai garbato un certo uso cinicamente ludico delle mie presunte doti dialettiche con il gentil sesso…(fiori collinari traslati di Gaibola, steli muliebri di cui nessuna catastrofe mi strapperà via le radici, satellitare molecolare indifendibile minuscola patria nascosta nella Dachau del tempo…)
Amarcord
2
Once
Upon a time
E in effetti una città,un modo di essere,sono anche le ragazze con cui trent’anni prima si era deciso di bere assieme il Graal dell’amore eterno ma come nel film di Spielberg la pozione è fulminante e non si sopravvive quasi mai. Si dividono in quelle che sono ingrassate come te trenta chili e allora si fa finta di non sorprendersi del miracolo di riuscire a riconoscersi e quelle che sono rimaste come una volta e allora nemmeno Buffon riuscirebbe a parare la rasoiata di disprezzo con cui passano oltre dedicandoti una occhiata di quattro nanosecondi che si capisce sembrar loro già troppo tempo sprecato… poi si sottodividono ancora in quelle che ti illustrano qualcosa dell’album della loro vita felice timorose a te dispiaccia e quelle che ti ingollano a forza dell’olio di ricino delle decine di uomini sbagliati che hanno-ognuno a testa-rovinato loro la vita e chiedono spiegazioni a te.
Mingardi
suona alla Scuderia foto CLR
L’ormai
scomparendo etrusco-romagnolo
Ma io, come ci ricorda nel suo sofisticato prontuario di proverbi autoctoni Andrea Mingardi www.andreamingardi.it “Socc’mel!”(Pendragon editore, info@pendragon.it) sono uno che Al capèss la metè d’òn ch’an capess gninta…Andrea Mingardi: una persona molto più complessa di quanto non pensino anche i suoi locali ammiratori. Quanti sanno che Ray Charles considerava gli italiani un popolo di idioti dato che Mingardi non aveva già vinto Sanremo almeno una mezza dozzina di volte…così mi dichiarò in una intervista di cui conservo i nastri fatta a Reggio Emilia al Festival dell’Unità..ne parlai anche, in mezzo a testimoni, con Sarah Vaughan al palazzo dei Notai quando mi concesse una delle due interviste della sua vita durante un concerto a Bologna sponsorizzato dalla Volvo di cui curavo la rivista Quality and Service …non ho mai ricambiato una cara amica di allora la Jaia Majani che rese possibile quell’incontro e il suo compagno un giovane notaio che allora dirigeva l’Osteria delle Dams e con altrettanta bravura oggi l’ Osteria di Palazzo Gradari a Pesaro(il discendente diretto,Gigio Gradari,-uno dei maggiori esperti europei di scenari energetici internazionali-è uno dei miei più vecchi amici nella capitale felsinea )Ricordo Castorina il responsabile del Ristorante dei Notai premuroso con un Magnum Cognac che la divina Vaughan si sgolò quasi per intero…aveva il cancro e poco più di un anno di vita ma pur sapendolo volle venire a cantare lo stesso,Castorina le traguardava il bicchiere di continuo impassibile,si diceva
Piazza
Maggiore foto CLR
Strada Maggiore foto CLR
fosse stato guardia del corpo di Frank Sinatra ma si sussurrava anche suo tiratore scelto…l’erede di Ray Charles Andrea Mingardi-perlomeno the Genius lo considerava tale- fa anche delle sculture di livello assolutamente professionale e,senza vantarsene,concerti gratis per salvare canili e gattili, fatto questo che me lo rende più importante che se vincesse il Nobel…nella bellissima sala dell’Oratorio restaurata dalla Banca di Bologna in Corte Galluzzi dove si è tenuta di recente la conferenza stampa mentre Andrea ci illustrava gli ultimi scampoli di un dialetto che purtroppo va scomparendo ci sono stati momenti irresistibili benché un togatissimo prof. Fabio Foresti- cattedrattico di Sociolinguistica – parlasse del suo libro come un insieme di parole “desemantizzate in un contesto diacronico “.. Ovverossia: ”Guèrda..pàar me al presidant Bùss e cal càncher ed Binlàden a vàn a magnèr insàmm tòtt i dé..i fan fénta ed litighèr ,mo sciòn d’acòrdo sciù tutto e poi sci divìden la torta….Beh,vuoi dire che sia finita la benzina?Ah,me ai càz int al cùl..ai ò cunprè un cavàll!!
Mingardi nel suo bellissimo locale La Scuderia in Piazza Verdi ha l’intelligenza di cantare compilation ad esempio dei capolavori scordati dei Beatles come You never give your my o She coming throw the bathroom window…in quei momenti sembra quasi si siano rimessi a fare nuove canzoni tanto se ne è persa la memoria..
I musicisti,i pittori,i cuochi,i gatti,gli artigiani,i maghi,gli alcolizzati dell’Osteria del Moretto ,i sarti,i fuori di testa… a differenza dei politici e dei cosiddetti colleghi locali non mi hanno mai giudicato diverso da quello che sostenevo,non mi hanno mai preso le misure dal delirio di un atto istruttorio che ti coinvolge senza neanche interrogarti…(io tra i registi occulti di Ustica e del 2 Agosto?ma i soldi dove sono?le donne da copertina e lo yacht da sessanta metri dove tra un nugolo di sanguinari generali del Pentagono piscine di champagne e brasiliane patinate si decidono crudelmente le sorti del mondo dove l’hanno smantellato?io ci sono salito solo nella mitomania di qualche inquirente o di qualche opinion leaders con problemi al sistema nervoso…grazie se dopo decenni di fantasie qualcuno vuole allungarmi qualche fondo di prosecco ,anche caldo,una manciata di euri e qualche scalcagnata cubista di mezza età reali ) E a proposito di musicisti e di come non ci sia regola che non viva delle proprie eccezioni Dandy Bestia è l’unico in regione che io conosca che riesca a rifare e cantare perfettamente alla chitarra una canzone di Jimmy Hendrix dei Pink Floyd o dei Chicago prima maniera (non gli riesce però il sovracuto in Twenty Five or Sixty four )non solo è il creatore assieme Freak Anthony dei mitici Skyantos ma è uno storico vivente del repertorio musicale di quegli anni…ti cita a memoria in perfetto inglese una canzone dei Beatles e ti fa l’analisi dell’uso della metonimia nel loro linguaggio…forse tra mille anni delle brigate rosse si ricorderà la canzone che lui ha scritto su Renato Curcio…ma ovviamente anche con lui si è sviluppato un film che non saprei definire se comico o da bassa macelleria paranoico/persecutoria tipica di un certa emilianità…
Central
intelligence Agency
Galleria
Cavour
Andò così. Persi i due mega appartamenti di famiglia in Galleria Cavour grazie ad alcuni parenti italiani dementi ho conservato per anni una buchetta delle lettere per non perdere anni di contatti postali internazionali. Un giorno, era capitato altre volte, mi ci ritrovo dentro una agendina probabilmente proveniente da un portafoglio rubato. Sto per buttarla quando mi rendo essere una agendina davvero speciale. Centinaia, migliaia di indirizzi tutti perfettamente annotati e decine di personaggi famosi di ogni parte del mondo con relativo numero di telefono,fax etc… Ammirato faccio una non facile ricerca finchè scopro che la proprietaria è una famosa traduttrice che vive in via Marsala. Al telefono la stessa, incredula e commossa ,non sa come ringraziarmi.Mi reco in visita di cortesia per restituirgliela e chi ti vedo che mi aspetta con lei? Dandy Bestia! allora suo fidanzato. Ci sgoliamo due o tre bottiglie di ottimo prosecco, rievochiamo i vecchi tempi e nell’accomiatarmi mi dico felice di aver contribuito anche se involontariamente a far recuperare una preziosa agenda frutto di decenni di lavoro.Non sono mai più tornato in quella casa. Ogni volta che rincontro l’ex fondatore degli Skiantos insiste per offrirmi,grato per la compagna,un bicchiere. Senonchè la terza o quarta volta quando sono io a insistere :”Dandy questa volta pago io!” reagisce dimostrandomi come un certo delirio cospirativo fuori tempo massimo in questa città sia una tossina che fa ammalare in un certo schieramento anche le menti più creative …” Bastardo!spia maledetta! L’agendina era tutta una scusa! Ci hai piazzato in casa le cimici!ma noi abbiamo fatto la bonfica,non abbiamo paura della Cia noi…ci sei costato un sacco di milioni per controllare..anche se poi non abbiano trovato niente. Ma abbiamo telefonato a tutti i grandi scrittori che la mia compagna traduce,Sepulveda compreso,per dir loro di fare attenzione: grazie a te tutti i loro telefoni sono sicuramente sotto controllo !” Novello Echelon mio malgrado in carne ossa guardo il povero Dandy e non so se provare compassione per la mitomania di chi si crede di essere nel mirino del Grande Fratello per qualche canzone insurrezionalista o irritazione per la mancanza di rispetto di chi si è sbattuto per restituire una agendina a una sconosciuta e invece di venire ringraziato viene messo a viva forza in un film delirante nel quale- stando un’oretta a sorseggiare prosecco e senza mai alzarsi dal tavolo- si riesce a disseminare le case altrui di cimici,copione questo più da fantascienza che da spy story..(per ascoltare cosa poi? ironie su Gianni Morandi o dubbi semantici?)
Bifo
Stanfield Turner William Webster James Woolsey former Cia Director
La mitomania autoreferenziale unita a una certo delirio diffamatorio, forse per tirarsi su…una delle radici costitutive della psicologia dell’estremismo di sinistra locale.Ricordo una volta che Bifo-che pure al pari di Dandy Bestya considero un genio e di cui ho sempre parlato bene nei miei articoli- mi aggredì vicino a Palazzo Bentivoglio per aver raccontato una storia di cui pure lui giustamente si vantava e che non mi aveva detto di tacere. Negli anni ottanta e assieme a suoi amici della rivista antagonista Rosso aveva scritto un testo in inglese,Semiotex,che negli Stati Uniti a torto o a ragione venne giudicato il libro più pericoloso e politicamente diseducante uscito negli ultimi anni…la Fbi si mise a interrogare tutte le decine di fidanzate che Bifo- incorreggibile -aveva iniziato a disseminare in territorio americano. Franco Berardi non manca certo di coraggio. Si presenta alla sede dell Fbi e inizia a ricoprire di insulti i vertici della stessa accusandoli di essere dei vigliacchi e dei maiali per ridursi a importunare povere ragazze ignare senza affrontare lui direttamente…fonti americane mi dissero che l’allora responsabile William Webster rimase talmente colpito dalla argomentazioni di Bifo da invitarlo a cena per mettere a fuoco il fenomeno del ribellismo negli anni di piombo.Vero o falso?Bifo non conferma né smentisce ma se uno legge la relazione semestrale al senato di William Webster di quel periodo rimane colpito della sorprendente grande considerazione che egli riconosce alla “extreme left wing italian ideology” reputata una filosofia anticapitalistica talmente sottile da poter scardinare anche in America una intera generazione..oggi continua a scrivere opere memorabili come “Il sapiente il mercante il guerriero” ,Derive Approdi editore(straordinario il modo in cui riesce a fare le pulci e quasi a ridicolizzare le tesi di fondo di un libro-moloc apparentemente inscalabile come Empire di Toni Negri e Michael Hard ) Qualunque amministrazione che fosse meno paludata se le sarebbe disputato come assessore alla Cultura da tempo, dalle nostre parti invece “resi obesi dalle scartoffie”- come folgorava Felix Guattari durante il 77- è già molto che gli lascino fare l’insegnante.
Inaugurazione
libreria Coop Ambasciatori foto American Press
Eppure tornando per un attimo al cofondatore degli Skiantos con luttuosa misteriosa assonanza di recente,sono ormai passati alcuni anni dal nostro ultimo incontro, il giorno della inaugurazione della Libreria Coop Ambasciatori in via Orefici vado prima a seppellire il povero adorato Gipo ,21 anni, un gattino certosino che era rimasto dalla mia ex moglie. E chi ti rincontro di fronte all’Ambasciatori accanto a una mercedes superlusso?Dandy Bestia “Caro Dandy vedo che i compagni nonostante le cimici spia non se la passano male…”Mi lancia uno sguardo intriso di dolore: “L’ho presa i affitto per accompagnare nel suo ultimo viaggio il mio gatto che è morto”
Affittare una Bentley per onorare l’ultimo viaggio del proprio gatto adorato..ho fatto bene nonostante tutto a credere in Dandy Bestia,le cose cambiano… a volte persino in meglio.
Presidente
Coop Adriatica Gilberto Coffari foto American Press
Festa
d’inaugurazione alla librera Coop culturalgastronomica Ambasciatpori
in via Orefici
L’ex Cinema Ambasciatori era diventato un luogo di rovine,un granuloma cariato nel sorriso del Centro Storico di Bologana e adesso grazie all’impegno di Coop Adriatica abbiamo 1400 metri quadri di libri sorprendenti (uno fra centomila:Thelonius Monk curato da..Stefano Benni!) ,cibi biologici ed esotici curati da Eataly,bar caffetteria,osteria con cucina,vineria didattica,il fondo della libreria palmaverde di Roberto Roversi con riviste introvabili come il “Verri”o “Officina (libreria.ambasciatori@librerie.coop.it)…in realtà si capisce che la Coop Adriatica (quasi due miliardi di euro di fatturato nel 2007)ambisce a diventare una degli assi portanti del rinnovamento urbanistico/culturale italiano. “Cultura saporita e cibo colto”potrebbe essere lo slogan con cui a poco a poco(“Lentamente ma inesorabilmente l’umanità realizza i sogni dei saggi” scriveva Andrè Gide) Librerie.Coop ha già”redento”quindici centri storici per poi passare alle grandi città(lo spazio recuperato ad esempio a Venezia in Piazza Roma è di ben 17.000 metri quadri..)non escluso l’allargamento ad altri snodi essenziali del comunicare come il cinema..
Domenico
Pellicanò e Nerio Nanni foto American press
Me
with Francis Bacon’s universal hair David Edwards
”Un paese diverso” di Silvio Soldini e Giorgio Garini finanziato dalla Coop presente in dvd nella cartella stampa approfondisce con una asciutta tessitura lirico-documentaristica le falle della legge Rognoni La Torre(i terreni confiscati alla mafia rimangono confinanti con altri terreni di boss mafiosi apparentemente legittimamente posseduti…inoltre i volontari si ritroverebbero a coltivare la terra con le nude mani se in Sicilia Coop come quella di Forlì non avesse spedito dei trattori..) Dopo dieci anni torno a Bologna e la CoopLibreria Ambasciatori diventa il simbolo di una città che si rinnova ritornando ad essere ancor più se stessa come quando il centro era un lungo caffè chantant all’aperto e infatti una delle sue qualità di spicco è l’orario d’apertura prolungato ogni giorno fino a mezzanotte…in conferenza stampa rivedo dopo parentesi millenarie Nerio Nanni mio antico mentore a tennis oggi Presidente del Quadrilatero commerciale del Centro il primo ad aver avuto l’intuizione della recuperabilità dell’Ambasciatori come centro culturale polifonico e della cui temeraria insistenza quasi trent’anni fa a voler fare nella sua Galleria d’arte una mostra dei primi disegni regalatimi da Francis Bacon(in realtà scordati in una località che finsi fosse Calderino per un minimo di privacy di fatto era a Monte Maggiore)debbo essergli eternamente grato dato che,essendo stata fatta nell’81, i malfidati ebbero quasi tredici anni per chiedere al pittore dei Papi Urlanti(in modo mascellare alcuni ,mentale altri) se era tutto vero.
Marco
Marozzi e consorte all’inaugurazione foto Cristiano Lovatelli
Ravarino
Accanto a lui Domenico Pellicanò Presidente di Librerie Coop il più dalemiano nell’intelligenza nello stile e quasi anche nell’aspetto degli esponenti regionali del Partito Democratico…in questa personale sgangherata astronave del tempo con cui solo riesco a rifocalizzare il dna della bolognesità/emilianità mi sovviene un festival dell’Unità al Parco Nord sempre di decenni addietro dove mi scagliai contro un provocatorio intervento di Ferdinando Imposimato(magistrato che pure stimo)che aveva appena descritto il Presidente Bush padre come una sorta di Vito Corleone dei narcotrafficanti Sudamericani ..eh la Madonna, non esageriamo..gli chiesi di spiegarmi come mai allora avesse finanziato per centinaia di milioni di dollari la riconversione dei campi di papavero in coltivazioni di caffè in Perù e Colombia…non avevo affatto torto ma il tono sprezzante ed irridente (della serie:analfabetici comunisti trinariciuti! Dell’America posso parlare solo io!) venne subito percepito dai compagni che iniziarono pesantemente a rumoreggiare…Pellicanò si alzò, fronteggiò il boato della folla e con un solo secco cenno della mano ottenne un immediato silenzio. Caspita, carismatico. Il presidente della Coop Adriatica Gilberto Coffari,un tecnoindustriale dai modi garbati che rivendica con orgoglio la sua indipendenza da qualunque condizionamento politico,dimostra di voler tornare alle origini del movimento cooperativo-la difesa delle fasce deboli- nell’unico modo in cui noi americani ci crediamo: rinuncia al guadagno. Sconti massivi e prolungati sulle lampadine a minor consumo energetico, rifiuto di accettare i recenti aumenti anche dell’8% delle multinazionali alimentari come Nestlè Lactalis Danone (una battaglia condotta anche dal mensile Consumatori delle Coop redazione@consumatori.coop.it che con una media di quasi 2 milioni e duecentomila copie si pone credo come la pubblicazione a più alta tiratura in Italia) divieto di vendere bevande alcoliche ai minori di 18 anni…”
Giovanni
Tamburini foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Bonvi
Giancarlo Roversi in giuria allo scomparso Premio Ghostbuster e
Francesco Guccini
E noi vorremmo le Librerie Coop-spiega il giorno dell’inaugurazione della Libreria Coop Ambasciatori il Presidente Coffari- contribuissero a riqualificare non solo settori degradati dei centri storici ma anche a”restaurare” la convivialità fra le persone creando spazi pieni di tante occasioni e,perché no,anche di una certa eleganza..” ”Diciamo meglio sobrietà!!” interloquisce zelante la veterotardomarxsista assessore alle attività commerciali e produttive Cristina Santandrea quasi la parola eleganza sia imbarazzante in ambito cooperativo…certo è molto cambiata da quando la vedevo frequentare a fine anni ottanta l’high society bolognese assieme a una delle sue migliore amiche la”principessa” Tina Soncini miglior amica emiliana a sua volta del transfuga Craxi nonché amica del cuore prediletta del Venerabile P2-accusato in quel periodo di stragismo- Licio Gelli…da ragazza la Santandrea era bellissima ed era per così dire la mascotte adorante negli anni sessanta della Benelli Basket di Pesaro di cui finì per sposare uno dei giocatori Francesco Sorlini da cui ebbe un figlio.Poi divenne la compagna del fratello del noto fumettaro Crepax fondatore della Isef di Urbino.Trovo ammirevole il coraggio con cui da decenni vive con solo metà fegato,trovo agghiacciante la si possa ipotizzare come futura Assessore alla Cultura e perlomeno misterioso che sia entrata nella giunta Cofferati .Uscendo dalla splendida festa di inaugurazione dell’Ambasciatori incontro un perplesso anche se incuriosito Giovanni Tamburini che al di là dei suoi fasti di salumiere internazionale io ricordo eccellente musicista nella sua Villa di Mazzolara di Budrio, l’Accademia dei Notturni, a lungo teatro dello splendido e ahimè concluso Premio Ghostbusters accompagnare un già ammalato Billy Preston-che fu il quinti Beatles- a fare la dialisi prima del suo mitico concerto al parco Nord.
Il
superboss Riina, foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Dark
Bologna foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Si torna dicevo a una terra che in parte si rinnova in parte rimane invisibile o è resa invisibile da coloro che credono di raccontarla in modo approfondito ma poi se questo “approfondito” lo conosci lo trovi meno coraggioso che frutto di bizzarìa, almeno in parte. Prendiamo “Mafia Camorra e Ndrangheta “di Enzo Ciconte Editore Panozzo(un piccolo editore di figli radical-chich della Rimini bene situato nella via storica delle prostitute,via Clodia ). Già questa casa editrice edita la rivista Three Monkies che credo sia la sentina antiamericanista on line più pressappochista per non dire caricaturale in Riviera che mi sia stato dato scoprire…il libro di Ciconte addirittura è stato distribuito gratis in innumerevoli bar della Riviera per diffondere il ..Verbo. Che sia rivelato può darsi,che collimi con quello che io ho potuto verificare ne dubito. Una delle figure chiavi del libro come grande “colletto bianco” riciclatore dei denari della Mafia,snodo operativo finanziario nel capoluogo felsineo tra due clan camorristi quello della famiglia Verde e della famiglia Pesce,risulta certo Giovanni Frongia, di Ortueri, provincia di Nuoro,proprietario negli anni ottanta di appartamenti a Sala Bolognese,dell’Hobby One,del Vertigo,di locazioni in Galleria Acquaderni..Uno se lo immagina circondato da guardiaspalle schiumanti, diamanti volgari da trenta carati alle dita, Ferrari color rosso sangue che schiodano pronte al prossimo delitto. Invece chi era di fatto Frongia? il barista sotto casa dove allora abitavo in Galleria Cavour! Lo vedevo entrare alle sei del mattino e uscire alle dieci di sera.. era indebitato fino al collo(mi fece vedere le carte,doveva pagare alle banche trenta milioni al mese)lui e la moglie non tenevano quasi personale per risparmiare…ed è vero che sul capitale iniziale duecento milioni si scopersero provenire da una famiglia malavitosa ma quel prestito era stato garantito dalla Camera di Commercio della città dove era stato erogato!forse,nonostante la terribile accusa dell’informatore della polizia antimafia Otello Ciavatti (rappresentante in quel periodo di alcuni ambulanti di Piazza VIII Agosto)che”Frongia si è mostrato disposto senza titolo a investire in fioriere per valorizzare il centro storico”le decine di colleghi che per anni sono andati a mangiare a sbafo nel “suo”(con cambiali) ristorante all’Hobby One avrebbero potuto documentarsi un po’ meglio. Che Livio Collina sia stato il “consigliori”della Camorra in Emilia Romagna-come scrive Ciconte- non so,di sicuro, questo è vero, era il riferimento del gioco d’azzardo clandestino in provincia, ma a me colpirono -e di lui solo conobbi- le due stupende figlie,ambedue inseribili senza difficoltà su una copertina di Play Boy. Purtroppo una fosca atmosfera non dico mafiosa ma di certo gotica sembrò sempre accompagnarle…una si dice abbia portato al suicidio uno dei figli di Gigi Lodi –creatore della più famosa palestra in città- nonostante fosse più bello e atletico di un attore ,l’altra gestisce -con toni non dico da padrina ma certo imperativi -una parte della notevole collezione di quadri del padre…ricordo una sua bella esposizione di Franco Angeli nello show room d’arte Catus di Silvana Cagnolo .
Libro
su Fiat Uno Bianca
Roberto
Savi
sono sicuro l’estensore fosse Roberto Canditi- un collega dal cuore d’oro capace di chiedere soldi a tutti anche al mio avvocato per aiutare dei colleghi che avevano il vizio del gioco- il quale attribuiva la Fiat Uno Bianca alla Stay Behind francese..”E’ la volta che lo arresto chi ha scritto questa stronzata attribuendomela !”si lasciò scappare incredulo il bravissimo giudice) Un libro invece tragicamente esilarante sui misteri emiliani e fin troppo attendibile è Uno Bianca (Lupo Edizioni)del rampante esponente della destra locale Massimiliano Mazzanti(lo ricordo vent’anni fa terrorizzare con domande non imbavagliate uno sconcertato Ministro Vincenzo Scotti nella sala stampa della Regione)..Non condivido nel libro la descrizione degli ispettori Baglioni e Costanza come due teste di legno pronte a fare da prestanome a indagini altrui(anche se in effetti colpisce che una delle mogli dei fratelli Savi lavorasse come donna delle pulizia dal giudice Daniele Paci protagonista assieme a Baglioni e Costanza del loro arresto e i gestori del bar di Torriana dove i due investigatori si sarebbero incrociati per la prima volta con Fabio Savi-da me intervistati- giurano che non li hanno mai visti e che se li sarebbero ben ricordati… …ricordo quando proprio il giudice Paci mi interrogò per dei miei articoli americani sulla Fiat Uno Bianca che il giorno stesso uscì un pezzo sul Carlino, non sono sicuro l’estensore fosse Roberto Canditi- un collega dal cuore d’oro capace di chiedere soldi a tutti anche al mio avvocato per aiutare dei colleghi che avevano il vizio del gioco- il quale attribuiva la Fiat Uno Bianca alla Stay Behind francese..”E’ la volta che lo arresto chi ha scritto questa stronzata attribuendomela !”si lasciò scappare incredulo il bravissimo giudice)
Fabio
Roversi Monaco foto American Press
Fratelli
Savi immagine Ansa
Ma il repertorio della lotta quasi per bande o ancor peggio di dispetti e gelosie infantili che ha caratterizzato in quel tragico frangente le forze di sicurezza e dell’ordine emiliane riportato nel libro di Mozzanti lascia attoniti…Nel Dossier Serra dell’allora vicecapo della Polizia che cercava di mettere a fuoco come fosse possibile che la Banda stragista della Fiat Uno Bianca fosse composta da poliziotti ce n’è per tutti, perlomeno in”piccinerie e bassezze” secondo la definizione dello stesso Mazzanti . Secondo Luigi Notari sindacalista del Siulp l’allora dirigente della Mobile Lo Mastro sarebbe stato troppo pasta e ciccia con il giudice Mauro Monti e con il retroterra massonico della città…sudditanza psicologica “dimostrata”anche durante la festa della Polizia del 1994 celebrata nell’Aula Magna dell’Università dal genuflesso deferentissimo esagerato ossequio che il Questore Unmarino donò al Magnifico Rettore Roversi Monaco notorio esponente massone della Zamboni de Rolandis.(ricordo quando tanti anni fa gli portai i nastri della mia intervista poco prima che morisse al generale Lo Bianco capozona della P2 che schiumando odio contro Roversi Monaco dimostrava egli non farvi parte,nonostante i consueti Torquemada giudiziar locali lo stessero insinuando..il Magnifico profferì:”E’ fondamentale.La debbo ringraziare.””Per carità!”risposi, già ahimè vedendomi rifiutare Maserati biturbo…”Debbo insistere!” e mi fece portare un caffè. Oggi sta facendo un fantastico lavoro per la collezione d’arte Fondazione Cassa di Risparmio che suppongo abbia una delle sedi espositive più grandi del mondo dato che ha promesso,solo nella cerchia dei miei conoscenti , una stanza in memoriam ad almeno una cinquantina di miei amici collezionisti.ndr) Il Dirigente Francesco Bernardino divenuto capo di Gabinetto a Roma avrebbe passato il suo tempo a ricevere irritualmente gli ex colleghi di Bologna prostrati a raccomandargli le rispettive carriere. La sintonia perfetta tra il capo della Mobile Salvatore Surace e il Procuratore Generale?Umma umma, solo perché ambedue calabresi. La brillante carriere di Gaetano Chiusolo?tutto merito del cognato,noto politico. Perchè i fratelli Savi non furono catturati?e come è possibile se gli agenti erano preda della pennichella. Il commissario Claudio Mastromattei assieme al viceispettore Walter Mazzetti sorprendono l’agente Denis Bortolossi in flagrante sonnellino. Inviperito Bortolossi li controdenuncia dato che –essendo il riposino in servizio una umana debolezza universalmente praticata -il loro sgarbo era solo dovuto a suo dire al suo rifiuto nei loro confronti di infilare una bustina di droga nelle tasche di un noto spacciatore fermato senza prove…il che non significa,mi permetto di postillare, che la questura di Bologna non fosse piena di eccellenti funzionari.
Strage
del Pilastro foto Giacomo Schicchi
Uno
sportivo Claudio Santini ex Presidente Ordine giornalisti spiega
l’oscura storia della Massoneria in città
Come non ricordare l’ex capo della Digos precocemente scomparso Francesco Modica dai raffinati modi da gentleman inglese che si fidanzò fino alla morte con una mia carissima amica la Margherita Monti (gliela presentai in una delle mitiche feste dell’avvocato veronese residente a Rastignano Giorgio Cappellato un incredibile ibrido di genetiche sociali dove era possibile incontrare dall’ultima pornostar soft di successo al capo residenza del Sismi a contesse voraginose come Lina Masedari all’ultima raffica di Salò il “Federale” Raul Casali a giudici come Floridia che nella sua villa per anni custodì la sua amatissima Alfa Romeo Giulia Super 1.6)oppure chiunque abbia frequentato Giovanni Preziosa penso sia rimasto colpito dalla sua straordinaria cultura investigativa e dal suo captante spessore umano a mio avviso la giunta Guazzaloca lo estromise quasi subito da assessore alla Sicurezza più per gelosia d’immagine che per la società di consulenza che aveva forse inopportunamente messo in piedi…rimasi di sasso quando cercando di aiutare una bellissima amica tragicamente caduta nel giro della droga certa Carla Marinelli essa mi presentò,arpionata dal suo stesso terribile giro,la prima moglie dell’ex capo della Squadra Catturandi,o almeno così lei si definiva.
Muccioli assieme ai suoi discepoli, foto Sole 24 ore
La Marinelli ,classico esempio di chi entra a San Patrignano ghermito dalle droghe leggere e ne esce preda delle droghe pesanti per poi morirne (non sempre è così ovviamente e Muccioli figlio penso sia molto meglio di Muccioli padre)era la mia fonte sul mitico creatore della Comunità di Coriano. Fu lei a segnalarmi l’enorme e mai rivelato numero di suicidi all’interno della Comunità stessa(vero?falso?certo su questo il giorno stesso dell’interrogatorio di Paci a Rimini mi interrogò anche il giudice Paolo Gencarelli i cui motivi della tragica recente scomparsa della moglie-forse per ignoranza,forse una volta tanto per fayr play –sono stati doverosamente sottaciuti dalla stampa locale )nonchè l’incredibile episodio del “rapimento”,non è del tutto una esagerazione,da parte di San Patrignano di Tomas Tumscitz. Solo questo episodio meriterebbe non solo un articolo/saggio ma un intero libro….per me fu emblematico di un certo modo di non raccontare di non approfondire le storie complesse da parte dei media locali. Tomas, normalissimo e sanissimo, va a trovare la sorella ricoverata in Comunità(che a San Patrignano si ammalerà di lebbra..)Ne uscirà quattro anni dopo. Uno scherzo?no, una tragedia che la straordinaria bellezza dell’allora quattordicenne Thomas e i gusti particolari di certi handymen del Santo di San Patrignano(sì perché Muccioli non esitava tramite polverine a cercare di far credere ai suoi “ragazzi”di sapere tramutare l’acqua in vino) avrebbe potuto spiegarsi abbastanza facilmente se la pressoché intera classe giornalistica locale(tutta da Premiolino e Pulitzer per carità)non si fosse fatta imbonire-non voglio dire narcotizzare -dall’ex albergatore(fallito)di Coriano..interi aeroplani di giornalisti emiliani con viaggio pagato in America compresi. Fui l’unico a dare ascolto alla madre-responsabile dell’unita sanitaria locale della conservazione dei cadaveri quindi non certo una visionaria- e a documentare che con pretesti deliranti da anni non le facevano rivedere il figlio..facemmo un blitz nella Comunità e riuscii con una microtelecamera a riprendere l’ormai sedicenne Tomas farfugliare frasi sconnesse devastato dagli psicofarmaci…”Vedete come sta male!?deve rimanere qui con noi il mio Tomas!” ci latrò contro un orrendo corpacciuto tremolante finocchio dalla bava pedofila alla bocca terrorizzato di vedersi sfilare il figlio della Tumscitz dalle zanne…sì prima però stava benissimo. Muccioli era coinvolto?diciamo che il delirio della sua reazione non depone a suo favore. Mi telefona pochi giorni dopo un collega mite e all’antica nel senso migliore del termine Claudio Santini c.santini@odg.bo.it ( divenuto poi presidente dell’Ordine dei Giornalisti emiliano ora ne dirige la rivista on line)il quale tra lo sbigottito e l’esilarato mi riporta che in una conferenza stampa Il Santo di Patrignano avrebbe dichiarato:”I Poteri Forti mi minacciano,non mi sopportano…se mi fanno fuori andate a chiedere spiegazioni a quel tremendo giornalista del Pentagono, Ravarino”. Il Pentagono?la Cia? Poteri Forti?no no, soltanto un umile soldato della penna che non aveva accettato viaggi di lusso intercontinentali gratis ed era andato scarpinando a chiedere spiegazioni. Ma questo era ed è rimasto un atto sconcio,una provocazione da ambiguo bifolco. Le persone perbene nel mio mestiere, si sa, si cibano di veline fringe benefits e comunicati stampa.
Il
creatore dei Bambini di Satana, foto Cristiano Lovatelli Ravarino
I
remember. Festa dai miei nonni italiani in Galleria Cavour
Con tutto ciò sto forse descrivendo una cultura,una città,una ideologia di riferimento?per carità io sto solo ricordando una planimetria mentale di cui ho intercettato qualche pinnacolo, qualche sottoscala…come erano,come sono diventati, benchè non possa garantire nulla….tranne il labile disegno intravisto anzi baluginato meglio semiciecamente vagamente messo a fuoco su pochi tasselli inseriti nel mosaico di una terra ostile già sognata da altri sfuocata nella polvere di altri cosmi di cui non ho mai capito nulla…Marco Dimitri aveva fondato i Bambini di Satana.(sede via Riva Reno 56, 40122 Bologna) I demoni,si sa,mi sono sempre piaciuti. Sai mai siano una facile scorciatoia allo scoop,mi dicevo. Di lì a pensare fosse davvero uno dei guardiaspalle di Menelicche nel mondo ce ne corre…poi un giorno mi richiese soldi per una intervista. Dissi che non avevo alcuna intenzione di disturbare nuovamente i miei editori di riferimento per un’altra intervista a pagamento.E mi misi a ridire quando-lo sguardo d’improvviso in effetti con qualcosa d’inumano-mi disse che non eravamo più amici mandandolo pur con simpatia a farsi benedire. Il giorno dopo un accesso di tosse di più di un’ora mi venne diagnosticato come una broncopolmonite. Non ne avevo mai avuta una in vita mia. Due giorni dopo scivolai sotto casa spaccandomi il malleolo. E non è finita. Una rappresentante della piccola borghesia cittadina certa Paola Donati che allora ogni tanto frequentavo e da cui Dimitri era in affitto sempre in quel periodo gli chiede un aumento. Dimitri si rifiuta, la Donati insiste e minaccia lo sfratto. Questa signora insegnava al Salvemini. Il giorno dopo la sua macchina nuova inesplicabilmente,forse meglio:miracolosamente non parte. L’insegnante Donati arriva con mezzora di ritardo a scuola ,giusto il tempo di non portare a sedici le quindici vittime della strage,vittime della sua classe,trasformata da un aereo in assurdo tragico scalo. Il male in atto o coincidenze?non lo so. Tranne che forse il Demonio ,a volte, con le coincidenze ha un ottimo rapporto. Da allora quando la Chiesa Cattolica dedica interi convegni sulla pericolosità di Dimitri non mi metto più a ridire. Di certo occuparsi di lui rimase pericoloso editorialmente.
Luther
Blissett
Moreno
Buzzichini ex Luther Blisseth Wu Ming esperto in controguerriglia
elettronica
I Luther Blissett wuming@wumingfoundation.com oppure info@guerrigliamarketing.it (ero amico del padre di uno di loro, Federico , l’editore nonché esperto in divorzi da cubane vampire Giancarlo Guglielmi)che lo avevano difeso nel brillante pamphlet “Lasciate che i bimbi” si videro chiedere quasi cento milioni di risarcimento dalla pm Lucia Musti-che ha vinto in primo grado- nonostante le tesi del magistrato sui Bambini di Satana non fossero state accolte .L’editore Valsecchi fa parte di quegli editori,tipo la Feltrinelli,che non esita a pubblicare cose rischiose ma poi scarica tutto sullo sventurato amanuense…i soldi lui li ha chiesti ai geniali della Luther Blisset che proveniendo la gran parte dalla classe operaia e dal piccolo proletariato giustamente non hanno gradito. Molto italiana infine ,non solo emiliana,l’ ingordigia predatoria a vuoto di Aldo Busi che scordandosi di aver dato la liberatoria per un suo articolo ripreso da Lasciate che i Bimbi(lui che in diretta televisiva non esitò a sostenere che non c’è nulla di male se un anziano sbaciucchia il pisellino a un pargolo) a sua volta chiese il quadruplo della Musti…detto questo che uno degli esponenti storici di Luther Blisset-Wu Ming ,Moreno Buzzichini ,sia stato arrestato di recente dalla FBI a Detroit (vedi FBI Rewards for Justice .Washington D.C. 20522 0303.Charges related to Buzzichini’s involvement in providing aid and electronic apparatus comfort to Osama Bin Laden )con l’accusa di essere stato l’esperto di contro guerriglia elettronica che in questi anni ha protetto Osama Bin Laden dalle ricerche di Echelon e della National Security Agency dà la misura della destabilizzante pericolosa creatività a livello planetario di questo organismo non solo più culturale ma ormai tentacolare ..secondo una nota sempre della FBI Buzzichini dopo aver resistito a un mese di torture- gli va dato atto senza fiatare- alla scoraggiata domanda finale: “Ci dica almeno perché ha dato una mano a un simile mostro.””Be talkative please we beg you.. why you backed up such an ugly monster?” pare abbia risposto:”Avevo purtroppo partecipato a troppe conferenze stampa con Walter Vitali e Giorgio Guazzaloca.”” I unwisly had taken part in too many Guazzaloca Vitali press conferences….” Sempre che la frase sia vera i supercomputers di Langley stanno ancora cercando di capire quali micidiali messaggi in codice nasconda.
Giorgio
Guazzaloca foto www-comune di bologna.it
Un
perplesso Cofferati legge Barenghi. Foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Ma a proposito di Giorgio Guazzaloca torniamo ai Sindaci,burocratica ma affidabile griglia di riferimento per cercare di delimitare quella incontornabile essenza che è il sapore, il profumo, l’incunabolo ,l’atomo primario di una città ,di un luogo,di quella paffuta manesca operosa contorta astrazione che è l’emilianoromagnolità…credo di essere stato l’unico giornalista –categoria che benché pratichi egli detesta- che Guazzaloca abbia abbracciato in pubblico. Non sono di destra,non sono italiano,non so distinguere da un assessore o da una giunta all’altra ma mi piacque il coraggio con cui affrontò e vinse la sua grave malattia e la sensibilità con cui rese omaggio a Indro Montanelli fino a riverire chi lo ricordava come Giorgio Soavi nel suo libro sul Caro Indro a cui solo la regale ospitalità di Tiziano Forni in città offrì una sala conferenze improvvisata nella sua Galleria in via Farini. L’ex Presidente dell’Ascom che pure come notista di colore del Carlino non esitava a utilizzare anche intime confidenze personali (me lo rivelò un traumatizzato Stefano Bonaga)bacchettava ferocemente nelle sue “conferenze stampa”quand’era Sindaco (lette come Benedetto XVI potrebbe promulgare una bolla Papale)chiunque osasse aprirsi la patta-cioè fare una domanda- con vertici di mal trattenuto scherno secondi solo alle mitiche conferenze sul calcio di Gazzoni Frascara dove non c’era giornalista che prima o poi non venisse trattato,come i colleghi sportivi ricorderanno, come un minorato mentale.
Il
suicidio della sinistra.Conferenza Barenghi Cofferati.
Foto
Cristiano Lovatelli Ravarino
Il
sapido Cofferati.
Foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Alludevo all’inizio a una emilianità a una Bologna invisibile…lo sono le conferenze dell’attuale sindaco Sergio Cofferati. Il suo Ufficio Stampa si guarda bene dall’invitarmi alle sue conferenze in Comune ma intercettandolo in altre mi sono anzitutto accorto con stupore di una cosa:il nostro Sindaco è un sapido spiritosone e la stampa locale si guarda bene dal riportarlo,forse perché incompatibile con la sua immagine di duro e puro ex leader carismatico della Cgil. A una conferenza al Mambo la nuova galleria d’arte Moderna in via Manzoni che il New York Times ha definito la “Tate italiana “salta su e definisce il giovane poco più che trentenne direttore Maraniello, in effetti affetto da alopecia,così:” Bravissimo il nostro Direttore novantenne. Non lo sapevate eh eh che aveva novantanni vero?ve lo dico io!li porta benissimo!” Alla Conferenza Stampa sull’apertura della Libreria Coop Ambasciatori arriva con un’ora di ritardo e si parcheggia sui piani alti. Richiamato benevolmente all’ordine dalla vicepresidente di Coop Adriatica Tiziana Primori giganteggia sonoramente con un, dall’alto :”Tiziana ma che vuoi! Stò mangiando delle meravigliose lasagne!e dovrei barattare delle sublimi lasagne per una conferenza stampa??sei matta?birichina!” l video lettore non equivochi,il sindaco è persona anche dai gusti raffinati. Appena arrivato a Bologna la prima cosa che fece non furono certo tedianti dibattiti con la base in Sala Serenella ma frequentare i sofisticatissimi concerti di musica classica nella Basilica di Santo Stefano organizzati dalla principessa Flavia Arone di Bertolino e se anche ingenerosamente l’ex deputato dei Democratici di Sinistra Franco Grillini lo ha accusato di “cercare d’occultare la propria indifferenza ai problemi reali della città con l’onda odiosa della sicurezza”Cofferati è uomo di antica sobrietà socialista.
Il
Marco Biagi di Sergio Cofferati
secondo Baget Bozzo
Ha infatti abbandonato il primo appartamento in cui viveva nel capoluogo felsineo in via Adolfo Albertazzi 39 dichiarando a una disorientata proprietaria signora Bianca Alteri che non poteva permettersi l’affitto di 1250 euri al mese (adesso risiede nella centralissima via Rialto,lì forse gli affitti sono più popolari) E sebbene nelle sue disperate lettere Marco Biagi abbia scritto :”Sono preoccupatissimo mi hanno tolto la scorta e mi stanno criminalizzando,soprattutto Cofferati” trovo un po’ inclemente che Baget Bozzo bagetbozzo@ragionpolitica.it possa aggiungere “come è possibile commuoversi sul Cofferati premuroso padre quando fu l’atmosfera creata dalla Cgil da lui diretta che rese possibile il clima in cui le nuove br decisero di sparare e uccisero” perché il nostro aristocratico sindaco sa spiegare molto bene le sue ragioni. Alla Feltrinelli di Piazza Ravegnana la “Iena ” Riccardo Barenghi ex direttore del Manifesto aspetta per quasi un’ora il sindaco alla presentazione del suo esplosivo libro”Eutanasia della sinistra” Fazi editore. Solo un minimo di cavalleria mi impedisce di sbobinare lo tsunami di dileggi facezie veri e propri oltraggi irridenti con cui Barenghi e suoi ex colleghi ed amici ricoprono il primo cittadino fedelmente captati dal mio registratore ultrasensibile. Basti dire che mai viene chiamato per ruolo e nemmeno per nome ma,e cito la definizione più urbana, tuttalpiù : ”Quellò là che deve ancora arrivare”” Quello che chiude le osterie per fermarcisi di nascosto”.Cofferati alla fine arriva e dopo aver definito Barenghi “Uno a cui voglio molto bene” (forse non troppo ricambiato,ndr)e dopo aver schivato devo dire signorilmente una Erinni elettrice di Pasquino che letteralmente gli si avventa contro urlando frasi sconnesse su non so quali suoi presunti doveri di cordata si lancia in veri e propri miracoli di intelligenza politica per dare una vernice di successo agli agonizzanti risultati dei Democratici nelle ultime elezioni.
La
delinquente allegria di via del Pratello foto CLR
Cordero
di Montezemolo ipercritico su Prodi ma amico dei suoi amici. Foto
Cristiano Lovatelli Ravarino
Risponde benissimo anzi quasi ridicolizza una mia consunta domanda sugli sgombri coatti sul lungo Reno(ma anche qua noto un suo micidiale tic nervoso facciale ovviamente mai riportati dagli aedi della penna locali: una sorta di scossa verticale che gli contrae la fronte e le pieghe della bocca in un continuo microghigno sussultorio)anche se solo il mio filmato(cfr allegati video,mi scuso per l’oscillazione delle immagini dovute alla folla) credo possa rendere l’idea della spropositata tensione non voglio dire disprezzo di classe con cui anatemizza le infrazioni degli Osti del Pratello quasi fossero micidiali delitti. Mi rivolgo poi a Barenghi dicendogli che il suo libro è un feroce colpo alla nuca a un amore tradito,una descrizione della classe dirigente della sinistra storica come un insieme di pupazzi piccini astiosi e avidi solo di potere personale che solo chi li ha conosciuti dall’interno da sempre e ci aveva sperato può riuscire a scrivere. Prodi: una immagine logora vecchia francamente imbarazzante,un politico anche all’estero meno preoccupato dai drammi internazionali che dalla più piccola bega di provincia a lui riferibile riportata dall’Ansa che leggeva quella sì tremante,perlomeno secondo Luca Cordero di Montezemolo a Barenghi.
Casa
Clò a Zappolino
sede della seduta spiritca di via Gradoli
foto
Cristiano Lavatelli Ravarino
casa
Clò ove si svolse la seduta spiritica
su via Gradoli a
Zappolino
foto Cristiano Lovatelli Ravarino
(A proposito di Prodi , Bologna, e l’incredibile seduta spiritica di Gradoli nella vicina Zappolino ho imparato da Marco Dimitri che nella vita tutto è possibile, persino che le sedute spiritiche ci prendano..se però come è probabile Prodi aveva una fonte nelle BR il discorso spesso indignato che si fa in questi casi va ribaltato. E’ in fondo ammirevole che una persona delle Istituzioni abbia tali contatti nella società da riuscire ad avere una sonda nel terrorismo persino nel momento del suo massimo potere,probabilmente il figlio terrorista o fiancheggiatore di un suo collega d’Università o come qualcuno ha scritto un avvocato suo amico che gestiva società del Sisde residenti proprio in via Gradoli…L’eroismo però si può esercitare, non esigere. E pretendere che l’ex Presidente del Consiglio in un momento in cui le BR sembravano onnipotenti esponesse come fonte in prima persona sé e i suoi è davvero inclemente…a me colpisce peraltro il servilismo mediatico per cui non solo mai questa domanda gli sia stata fatta in televisione ma che in trent’anni nessuno si sia mai neanche azzardato a fotografare la villa dei Clò a Zappolino dove la presunta seduta si svolse villa qui credo visibile per la prima volta…ricordo quando una volta riconobbi la pochissimo conosciuta moglie di Alberto Clò passare vicino all’Osteria del Moretto di Porta San Mamolo. Le irridenti urla d’indignazione con cui reagì alle mie domande e al sospetto che la sua famiglia potesse simulare qualcosa foss’anche per Prodi mi dettero la misura e della attitudine recitative alla Eleonora Duse della signora e delle granitica fedeltà del suo entourage..io però tirai fuori un tesserino stampa americano e bleffando sonoramente dissi :”Senta signora,Dipartimento di Stato. Giochiamo a carte scoperte. Abbiamo anche i video satellitari (bum!ndr) di quando vi siete messi d’accordo e ora che non so per quale gioco politico stanno uscendo rischiate tutti la galera,o perlomeno lo sputtanamento.Io non sono d’accordo e sto cercando di lanciarvi un’ultima possibilità di spiegarvi. Faccia lei.”
CASTEL
SAN PIETRO IN CERRO
Foto American Press
I
Sapori della Bassa Piacentina al Castello
foto american press
La maschera d’acciaio recitativa della moglie dell’ex Presidente dell’Industria e del Commercio-ottimo pianista jazz per inciso e uno dei cui sensibilissimi figli ho di recente conosciuto alla Bottega dell’Elefante al Circolo Pavese-si sciolse di colpo e quasi piangendo balbettò tremante..”Mio Dio, mio Dio avete anche i video… la prego Dottore non faccia niente, mi rifarò viva entro domani….”ma ovviamente per fortuna l’entourage di Prodi non credette al mio bluff…di cui peraltro,e a proposito dello strano rapporto conflittuale che a volte i grandi emiliani hanno con l’emilianità, ancor più di Gradoli trovo misterioso che egli quando era Presidente della Commissione Europea invece che Parma abbia proposto come sede Lussemburgo per l’Agenzia Europea della sicurezza Alimentare tra lo sbigottimento generale e nonostante quest’ultima neanche l’avesse chiesto…forse una risposta risiede nel formidabile campanilismo con cui ogni reggioemiliano( Prodi è di Spilamberto) percepisce Parma..di recente grazie a una dei migliori e più versatili uffici stampa regionali www.ella.it info@ella.it sono stato ospite nel sublime Castello di San Pietro in Cerro www.castellodisanpietro.it- presente anche l’interessantissima raccolta d’arte moderna MiM Museum in Motion-e ho potuto constatare con quanta ferocia a loro volta gli aderenti ai Sapori della Bassa Piacentina produttori di culatello scherniscano i cugini parmensi nella produzione del sublime zibello, che pure dovrebbe essere un loro vanto, ad esempio per il loro intriderlo nel lambrusco e l’eccesso di inclinazione con cui lo stagionano..)
la
grande pittrice Benedetta Jandolo ABRASA da Rifondazione per colpa di
Carlo Marx foto Cristianio Lovatelli Ravarino
Un
affresco a Bologna di BLU il genio di Senigallia foto american press
Bertinotti (sempre nel libro di Barenghi): un vanesio pronto a sprecar soldi del contribuente con innumerevoli ed inutili viaggi con aerei di Stato senza alcun senso capace di amicizie improponibili come la Angiolillo o Cecchi Gori pur di frequentare salotti mondani e che di politica “non capisce un cazzo” perlomeno secondo d’Alema e anzi “Se mi si mette di nuovo di traverso -sempre Bertinotti secondo d’Alema – lo spiano” (Ora capisco come mai più di dieci anni fa nella nuova sede di Rifondazione Comunista di via Alessandro Menganti a Bologna due pittrici militanti di assoluto livello come Benedetta Jandolo e Claudia Mingarelli si videro ricoprire di calce il proprio stupendo affresco sulla storia del socialismo perché,orrore!osava citare nei ritratti due che già allora erano -secondo almeno gli stessi dirigenti petroniani di Rifondazione- impresentabili,troppo poco manager,troppo poco salottieri : Carlo Mark e Mao Tse Tung) Veltroni che si indigna non perché il Manifesto lo mette in prima pagina con d’Alema con la scritta”Facevamo schifo “per il titolo ma perché lo avevano messo assieme “a quello lì” I fedelissimi di Veltroni che festeggiano a champagne la caduta del secondo governo Prodi in un bar di San Lorenzo in Lucina facendo finta meschinamente sia il compleanno di uno di loro…quando aggiungo che in ambito consolare americano è notorio che quando le istituzioni Usa cercavano di contattare d’Alema attraverso Veltroni quest’ultimo diceva di lasciar perdere perché l’allora segretario del Pci “era seriamente ammalato,forse irrimediabilmente” Cofferati interloquisce incredulo:”Come fa lei a saperlo!è impossibile!” dimostrando quanto poco conosca del giornalismo nostrano -e ciò che io nel mio infinitesimale rappresento- e soprattutto anche i libri che dovrebbero essere i suoi di riferimento dato che tutto ciò era stato alluso a chiare lettere anche dal giornalista di Panorama ex Unità Fasanella nella sua biografia sul Presidente della Fondazione Italianieuropei…
D’Alema
con il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer
La
strana affiatatissima coppia d’Alema Reece
( dica Barenghi quello che vuole ma d’Alema è un grande,io ho visionato i video di quando come presidente del Consiglio in ambito di riunioni di Alto Vertice Nato in un ottimo inglese anche se scolastico intimidiva senza alcuna soggezione generali americani a quattro stelle spiegando loro come risolvere i conflitti orientali riuscendo a scendere nelle diverse tattiche da adottarsi con le diverse etnìe locali-che lui a differenza di loro conosceva, si veda il suo competente anche se non acritico rapporto con Hamas- e facendo persino le pulci sulla conformità al terreno dei loro equipaggiamenti militari…considero come tutti Berlusconi un genio imprenditoriale ma siamo sicuri che riuscire il nostro Rupert Murdoch a dire in questi ambiti tuttalpiù:”Gracies ammericcani a noi per vostra liberescion !tankiù!e papi dall’oltretomba ai ghivviu my ascicurescion piangi.”faccia di lui uno statista internazionale di molto maggior spessore rispetto a un D’Alema di cui tra l’altro,mi confermano più fonti letteralmente disperate all’interno del Dipartimento di Stato,il presunto flirt con una eccitatissima Condoleeza Reece non fu pare frutto solo della fantasia malata di qualche dietrologo di Novella 2000?
Concerto
al Castello di Galeazza foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Clark
Lawrence e il Castello di Galeazza foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Ma se mi chiedo cosa mi ha riarpionato a questa patria minore dovrei dire soprattutto il sacco amniotico di persone straordinarie rimaste tali qualunque fossero le luci a volte deliranti della ribalta…Clark Lawrence che quasi si vergogna di essere americano tanto ama l’Italia di cui ha salvato interi palazzi antichi o addirittura Castelli come quello meraviglioso vicino Cento di Galeazza (maniero in cui Velazques e Guercino forse si incontrarono) creandovi lo straordinario circolo The Reading Retreats in Rural Italyinfo@galeazza.com che è un rosario continuo di feste mostre d’arte (indimenticabile quella recente della più grande pittrice irlandese vivente, Elizabeth Coby)concerti di musica classica e jazz di alto livello(uno dei sassofonisti di Miles Davies è andato a vivere con la sua band lì vicino)e che vede entusiasti soci frequentarlo provenienti da ogni parte d’Europa…
Meo e Maria de Gioia foto CLR
Come
sempre un affollato Circolo Artistico foto american press
Sempre a proposito di associazioni Meo e Maria De Gioia che da sempre dirigono il Circolo Artistico in Galleria Cavazza Isolani circolo.artistico.bologna@hotmail.it che dovrebbe esser un po’ il vanto e la vergogna del capoluogo felsineo perché da un lato è il circolo d’Arte più antico d’Italia (già lo frequentava Carducci e Morandi pagava la quota associativa con dei quadri!)ma nonostante circoli analoghi così storici in tutta Italia siano doverosamente a carico del Comune qui i nostri politici hanno sempre saputo spendere solo reboanti promesse,Pieferdinando Casini in primis,ma se questa secolare istituzione va ancora avanti è solo per il passato mecenatismo di industriali come Umberto Severi e Silvano Conti sia soprattutto perché Meo e Maria non hanno esitato a vendersi degli appartamenti per fronteggiare la micidiale affittanza….considerando che il Circolo è anche editore della più antica e suggestiva rivista d’arte italiana Iterarte nonchè promulgatore del Premio Marconi che è ormai di risonanza mondiale gli amministratori locali attuale e del passato(assiduo e brillante frequentatore ne fu Zangheri ad esempio) non si vergognano come dei ladri a non muovere un dito?
Edward
Lucie Smith in piazza Santo stefano foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Paola
Forni ELSmith e il direttore del Mambo Maraniello foto Cristiano
Lovatelli Ravarino
Quando nell’analfabetico silenzio e indifferenza dei media e delle autorità locali non molto tempo fa il più prestigioso e venduto storico dell’arte moderna Edward Lucie Smith è venuto a Bologna furono gli unici a darsi da fare per organizzare un prestigioso party in suo onore (oltre ovviamente la Galleria di Tiziano e Paola Forni- Lucie Smith è anche un grande fotografo-che gli hanno allestito una fascinosa esibizione di scatti assieme a uno dei suoi pupilli, il pittore Ventrone, conclusasi con una memorabile serata al Ristorante stellato Michelin Battibecco vicino alla Questura).
Flavia
Arone Fabio Raffaelli e il direttore premiato dell’Espresso foto
American press
Premio
Ornella Geraldini Donne per il giornalismo
Stessa vergogna gli amministratori dovrebbero provare per la Basilica di Santo Stefano che vent’anni fa letteralmente cadeva a pezzi e se si è salvata lo deve solo alle centinaia di concerti di musica classica di livello europeo integralmente organizzati e sostenuti dalla principessa Flavia Arone di Bertolino una collega(già spalla di Tortora quando cercò di far decollare da Bologna un suo quotidiano)che assieme al Fabio Raffaelli (giornalista creatore tra l’altro di un elegantissimo portale Accademia del Turismo ItaliaVola info@bolognamiami.it ) non solo ha creato quello che è diventato di gran lunga il più prestigioso premio giornalistico femminile italiano il Premio Ornella Geraldini (la prima giornalista di cronaca nera del dopoguerra e mamma di Fabio Raffaelli,ndr)Donne per il Giornalismo ormai giunto alla sua tredicesima edizione di recente premiato tra pochissimi altri del settore dalle stesse mani del Presidente Napoletano al Quirinale ma dirige anche una casa editrice Inedita inedita@tin.it che ha compiuto radiografie esemplari come poche altre dei grandi casati industriali emiliani e non…
Festa
al castello degli Arone foto CLR
Dentro
al Castello foto CLR
…Ci vorrebbe una Bibbia per descrivere la suggestione delle sue feste a sfondo culturale nel Castello di famiglia di suo marito Ricki (delle cui scoperte mediche mi occupo in altra parte del mio journal on line,ndr) circondato dalla necropoli etrusca più importante del mondo e dove mezza Europa che conta è passata ma di cui,sempre preda della deriva personalistica del miei ricordi,io ho soprattutto negli occhi il misterioso fenomeno per cui in uno scenario tipo Uccelli di Hitchcock reale letteralmente migliaia di Aironi(nomina sunt consequentia rerum?)poco prima dell’estate si danno appuntamento nei piramidali cedri del libano che torreggiano attorno alla loro antichissima magione.
Graziella
Martinelli foto American Press
Graziella
Martinelli e sua Santità il Venerabile Uttara foto American press
A proposito di misteri persino un incallito cronista come me che a malapena crede che due per due faccia quattro è rimasto traumatizzato dalle doti(medianiche? parapsicologiche?) di Graziella Martinelli graziemarti@gmail.com tra le pochissime emiliane insignite a Malta dell’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Malta ( suo padre è stato fra i creatori della ceramica a Sassuolo i nonni fra i primi sostenitori di Enzo Ferrari)che ha passato gli ultimi trent’anni della sua vita per costruire ospedali ai bambini birmani e africani e forse anche per questo ha avuto come nessun’altro accesso agli studi esoterici ed iniziatici del Dalai Lama Tibetano oltre a quello Birmano ed è diventata l’assistente personale di altri inavvicinabili come Sua Santità il Maestro dei Maestri Paphonka Rinpoche, il Venerabile Oschlo ,il Marajà sciamano capo del Panjabi Baba Beki(proprio il padre dell’attore Karin Beki) i mitici sciamani mongoli del lago Baikal a parte il privilegiatissimo rapporto con Sai Baba notato da chiunque sia stato a Puttafarti…è trascorso ormai quasi un anno da quando passando un mano sulla fronte a un mio collega dell’Associated Press ormai in precirrosi alcolica che la stava intervistando gli disse (onestamente suscitando la mia ilarità)”D’ora in poi non berrai più. “Lo rincontro dopo un anno alla sede della Stampa Straniera a Roma dimagrito di venti chili e ringiovanito di dieci anni che, incredulo, mi confida:”Senti, non ci credo neanch’io.Ma da allora ho smesso di bere.” Alla Feltrinelli International di via Zamboni Cristobal Jodorowsky massimo esponente vivente dell’Alchemia Archetipica in mezzo a più di cento persone si sente chiedere da una ragazza di poter parlare con la madre morta che da tre anni la opprime ogni notte con degli incubi…le risponde”Non ho tanto potere..” Poi di colpo scruta la folla si alza va dalla Martinelli e tra lo stupore generale le si inginocchia di fronte dicendo ” Lei può.” Padre Efrem che qualcuno inizia a considerare una specie di nuovo Padre Pio(di certo fu il braccio destro di Dossetti a Monteveglio e folle immense ogni mercoledì mattina seguono le sue prediche private e richiedono i suoi esorcismi contro il demonio nella Chiesa di San Gregorio e Siro in via Montegrappa )come il Santo di Petralcina ha reazioni terribili con chiunque parli della Religione a vanvera per cui molti rimasero addirittura impietriti quando la Martinelli chiedendo per la prima volta la sua benedizione osò dire:” Lei è circondato da schiere di arcangeli.Con cui,vedo,parla molto volentieri.” Panico assoluto tra i fedeli che temevano Padre Efrem le urlasse di non bestemmiare.
Invece tra lo sbigottimento
generale l’ex braccio destro di Dossetti con un sorriso le
replicò:”E’ vero,è un dialogo a cui tengo moltissimo,lei è la
prima ad accorgersene.La prego preghi per me.”
Oddone
San Giorgi sotto le opere di Marzia
Ultimo
giorno dell’osteria da Mario foto
Ho molta considerazione per i
consiglieri comunali,i politici,i portaborse,i lobbisti,gli
urbanisti,
i situazionisti ma sono figure incredibili come la Martinelli che ti fanno pensare a un luogo non solo come un nome astratto su una cartina stradale. C’è purtroppo anche una città che scompare mentre altre sue parti ricompaiono. Mario dell’Osteria anonima di via San Felice chiude dopo cinquant’anni e “la colpa è di quel delinquente di John Travolta che ha dirottato i giovani dalle osterie alle discoteche..”Burbero leggendario se la prende persino con la bellissima pagina d’addio che gli dedica la Repubblica locale…da Mario potevi intervistare un ex terrorista o portarci un capo di Stato l’atmosfera era perfetta in ogni caso…
Bruno
Pinto foto American Press
Studio
di Bruno Pinto a Monteveglio
foto american press
Così come” ricreatore”di atmosfere perfette è il manager Oddone Sangiorni o.sangiorgi@fiagema.it a suo tempo organizzatore di diverse Fiere e uno dei pochissimi bolognesi a essere citato nello snobbissimo ma letto anche dagli arabi Euromoney che si è dedicato anche al rilancio di locali inteso come recupero “massivo”della loro tradizione…così grazie ai suoi suggerimenti la mitica gelateria Torinese pur rimanendo in parte tale ha rifocalizzato il Ristorante annesso” il Voltone” come il luogo,tra tanti che ce ne sono, come pochi altri rigoroso custode dei codici della cucina petroniana ed anche sulle sue antichissime pareti(sorge sotto i muri portanti di Palazzo Re Enzo )vengono esposte opere d’arte moderna di grande interesse come le due attuali di grandi dimensioni di Marzia Forteguerri di Pistoia pittrice schiva ma che ha tra i suoi ammiratori Maestri come Leonardo Cremonini (in genere inclemente nel giudizio persino con gli artisti di medio livello..)Sangiorgi tra l’altro,secondo accreditate voci di corridoio,sta per contribuire in modo importante a un evento mondiale 1909- 2009 il centenario della nascita di Guglielmo Marconi.
Festa
da de Maria.Guido de Maria Marcone Guidi Francesco Guccini e
consorti
foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Valerio
Massimo Manfredi, higilander non solo nel successo, quasi mi spezza
il braccio
E di grande arte e di grande vergogna bisogna parlare anche per la incredibile vicenda che ha caratterizzato le vicissitudini patìte da Bruno Pinto(un talento ammirato da gente del calibro di Ragghianti Cacciari Argan Sgarbi lo stesso Dosseti,fu lui la mia grande fonte sul monaco- padre spirituale della democrazia cristiana dato che da quasi cinquantanni vive appartato a Monteveglio)che si è visto sottrarre da un socio malfidato finto mecenate ben 200 quadri con tutto il sistema galleristico editoriale d’arte che non lo difende…antichi mentori come Lorenzo Sassoli dè Bianchi nonostante antichi appassionati carteggi scompaiono, Mazzotta nelle peraltro bella esposizione antologica a Foro Buonaparte nel 2005 avvalla con davvero poca lucidità lo scippo delle opere da parte del socio truffatore (che per inciso nel frattempo muore)con tanto di sorveglianza armata dei quadri fatti da Pinto contro..Pinto!..cavilli,raggiri notarili,documenti che un grande artista ma certo scarso perito contabile come Pinto ingenuamente avvalla…il risultato è che il derubato si ritrova a doversi ricomprare le proprie stesse opere illegittimamente sottrattigli in asta giudiziaria…per fortuna alla fine qualcuno prova vergogna e nessuno si presenta…il prezzo però per quanto simbolico rispetto al valore delle opere ammonta a diverse centinaia di migliaia di euro..per cui alla città e alle sue istituzioni si presenta una enorme occasione..comprare queste opere che forzatamente il Maestro deve mettere sul mercato a prezzi accessibili dato che si è indebitato per ricomprare..se stesso (opere che per inciso decorano splendidamente i luoghi dell’economia e della politica come dimostra in maniera mirabile la sua integrale decorazione del palazzo dell’Unioncamere in Fiera)Per chiunque fosse interessato basta contattare sua figlia Bianca biancamaria.pinto@fastwebnet.it oppure telefonarle allo 3391571496.
Jazz
in mezzo ai tavoli
al Circolo la Fenice e la Corona
foto
Cristiano Lovatelli Ravarino
Festa
a casa di Giovanna Montini per Bonito Oliva
foto Cristiano
Lovatelli Ravarino
E poi se solo metto il naso fuori Bologna la novella di questo articolo si trasformerebbe in un romanzo biblico…per citare due soli casi tra mille un concentrato di emilianità da passerella si coagula ogni anno a Ferragosto nella bella villa del regista Guido de Maria a Rocca Malatina vicino Vignola dove Bonvi-come tanti altri scoperto proprio da De Maria-si rifugiava quando era in rottura sentimentale e che vi ha lasciato un fantastico affresco…ci arriva di tutto,il milionario in tomi venduti ,archeologo, scrittore,attore, cattedrattico,conferenziere,anchorman televisivo, toponomasta, opinionista, sceneggiatore ad Holywood prediletto da Dino De Laurentis nonché biografo in pectore di Fidel Castro Valerio Massimo Manfredi(che ivi in una epica sfida a braccio ferro mi ha quasi spezzato un braccio)il collega Marcone Guidi di cui pochissimi sanno che in Afghanistan ebbe un tu per tu con Osama Bin Laden facendolo per di più incazzare-non ho ancora capito come ne sia uscito vivo-attori di Cinema con problemi mentali,grandi PR come la regina delle notti in Riviera Silvia Minguzzi,Francesco Guccini che si produce in incredibili zirudele basate sulla citazione a memoria di intere poesie del Leopardi pronunciate in dialetto dall’effetto irresistibile (ma di lui che mi guarda sempre sospettoso come se stessi complottando in chiave antimarxsista scordandosi per inciso che a suo tempo mi detti da fare per fargli avere-tramite Maria Teresa Liguori Bubani Presidentessa dei Cavalieri e Amici della Reale Accademia Filarmonica- il Premio Viareggio quello che più mi colpisce è il sublime fiorone di Brunello di Montalcino prodotto dalla sua prima moglie,qui tra i video una sua bellissima inedita ballata credo cubana con tanto di siparietto comico finale..)oppure Robert Bolzoni (vedi il suo interessante sito www.trecaravelle.com News Agency Italy USA )mio fraterno amico in Ambasciata Americana di cui è stato a lungo uno dei più seri e informati referenti dell’addetto culturale di turno.(Ma-aggiunge significativamente-“se per l’Ambasciata Usa avessi fatto il parcheggiatore in Emilia Romagna avrebbero reagito con lo stesso interesse”)
I
libri del raffinatissimo Circolo Culturale la Bottega dell’Elefante
Secondo e ultimo caso fra mille L’Associazione “La Fenice e la Corona”a San Martino dei Manzoli di Minerbio del marchese Antonio Ballerini che ogni mercoledì nelle barchesse del meraviglioso Castello omonimo organizza pranzi strepitosi inghirlandati da musica Jazz anche con grandi nomi in uno scenario che ti fa ripiombare quasi in maniera clonante nell’antica New Orleans (per contatti 3281749795)
Guido
Bosi una sua modella e la PR Tony Grillenzoni foto american press
Luca
Goldoni presenta un suo libro nell’atelier di Guido Bosi
Tornando a Bologna dopo dieci anni ritrovo ragnatele concettuali che scaldano lo spirito come”La Bottega dell’Elefante “ oggi diretta da Magda Indiveri m.ind@tiscali.it che ogni lunedì fa leggere al circolo Pavese di via del Pratello a un personaggio famoso testi famosi che non lo riguardino..con approfondimenti a volte esemplari come quello recente sull’America di Obama.Grazie al mecenatismo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna edita degli straordinari Libri di Realtà che cristallizzano il ricordo delle serate come il recente “La funzione mimetica delle letteratura e i suoi paradossi”si veda tra gli altri il folgorante segmento di Wu Ming 1 “Appunti sulla lingua della narrativa neo epica italiana”. Antesignano, in spazi più ristretti ovviamente, della “cultura saporita e cibi colti” della Libreria Coop Ambasciatori sono i mercoledì letterari che Pendragon organizza nella vicina Osteria di Tamburini in via Caprarie 3 con cornice di voluttuosa grasparossa culatello e olive ascolane fritte…affollatissima di recente la presentazione dell’ultimo romanzo di Oscar De Maria che fu silenzioso e brillante anello di collegamento nel passato tra le Istituzioni e la Presidenza del Consiglio.
Inaugurazione
Club Fantomas di Giorgio Celli
foto american press
Paolo
Gotti
foto Cristiano Lovatelli Ravarino
Oppure i parties nell’atelier di Guido Bosi in via Farini che fu maestro ideale di Versace ed Armani e sarto di fiducia di personaggi storici come Picasso Giacometti Pavarotti nonché di diverse teste coronate…imperdibile il video di Luca Goldoni che vi presenta il suo ultimo libro scagliandosi contro “l’orrendo splendore” della psicologia locale e nazionale… In via Vinazzetti 3 in zona universitaria nasce una nuova Associazione il “Club Fantomas “del professor Giorgio Celli pioniere delle lotta integrata agli insetti che si snoderà attraverso conferenze e spettacoli tetatrali…io vado all’inaugurazione per incontrarvi il fotografio Paolo Gotti (non conosco paesaggi fotografici suggestivi come i suoi)mitico perché è stato il fidanzato storico della Veronica Lario prima che incontrasse Berlusconi…signorilmente pare a suo tempo abbia rifiutato indignato 5 milioni di dollari al Play Boy americano-che si sarebbe accollato anche le spese di eventuali reazioni legali- per degli scatti nature della giunonica discretissima moglie del Premier…non resisto da buon texano a chiedergli cosa si provasse di fronte a tanta bellezza e lui forse per la prima volta si lascia ad andare ad una dichiarazione in questo senso” Lo hanno sempre descritto come un rapporto fugace ma non è vero, la nostra storia durò più di 4 anni..”
Veronica
Lario Berlusconi
Federico
Aicardi foto American Press
”E il suo mitologico leggendario seno ?””E’ incredibile ma se ne vergognava,girava infatti sempre gobba ,rattrappita in avanti ,per occultarlo..le dicevo che era come mettere un drappo nero sulla Gioconda ma non c’era nulla da fare..Ha sempre negato di avere avuto una storia con *** (questo è il classico scoop da sciacalli ridens e io alla faccia da Chi Novella 2000 Bolero Hotel e l’Espresso ometto il nome anche perché sono amicissimo della mamma della moglie del Premier, la monzunese Flora Bartolini )ma anche qui non è vero perché mi telefonava per dirmi che con lui sentimentalmente non si trovava bene…poi un giorno mi telefonò per dirmi”Sai mi sposo con un tipo fantastico che viaggia in aereo personale e mi assicura che diventerà il numero uno in Italia e in Europa.” “Sì,e anche del mondo intero!” le risposi ironicamente. Invece aveva ragione lei.
Michele
Nobile e Beatrice Serpieri foto american press
Festa
nella villa Hercolani della principessa Claudia Hercolani foto
Cristiano Lovatelli Ravarino
Sono innumerevoli i fotogrammi che meriterebbero ben più film in questo mio ritorno a Bologna dopo dieci anni…l’Associazione Mondo 3 di Via Orfeo dello storico dell’arte Vittorio Riguzzi che Ha preso il posto del Circolo della moglie del professor Nicola Matteucci(Riguzzi nelle imitazioni rivaleggia con Ballantini) il cantante farmacista Federico Aicardi indistinguibile come qualità da Francesco de Gregori capace di improvvisare una ballata per un cliente qualsiasi del locale dove suona con annessa la poetessa Mariadelaide Gallo e il grafico Loris Lambertini che gli fanno poesie e ritratto,insomma.un servizio estetico completo…le splendide feste organizzate dalla PR concettual-internazionale Roberta Venturi (tra cui una rutilante in cui ho dato una mano in onore dell’AIDDA) che ha creato un suggestivo network d’arte Errars,lo splendido negozio-casa antiquariale di Maurizio Nobile www.maurizionobile.com in Piazza Santo Stefano frequentato da gente iperselettiva come la principessa Claudia Hercolani l’omologa Flavia Arone di Bertiolino(che ne curò l’inaugurazione)la fotografa dei potenti della terra Beatrice Serpieri (capolavori gli scatti sui figli di Lady Diana )Cristina Bersani con suo marito Giulio Biasion info@edihouse.it non solo direttore ed editore di riviste turistiche di punta come Vojager, L’albergo ,Scopri Bologna e della Associazione da lui ideata Il Club dei Sapori ma anche uno dei veri pochi gentlemen di questo mestiere…
Concerti
per la salvezza della Basilica di Santo Stefano di Flavia Arone foto
Cristiano Lovatelli Ravarino
Bologna
notturna foto CLR
…di cui a livello locale ,a conclusione di questa troppo ristretta carrellata,vorrei segnalare simbolicamente la coraggiosa per non dire eroica giornalista ex Gazzetta di Sicilia ed Antimafia 2000 Rosalba Amico rosamico@hotmail.it le cui ricerche sul gigante distributivo Carrefour in Sicilia contribuirono a smantellare uno dei più grossi centri di riciclaggio di denaro mafioso europeo..”Trasferitami anche per..tranquillità in Emilia Romagna –dichiara-ho continuato a fare controinchieste,appalti comunali compresi. Risultato:tutte le riviste con cui avevo un contratto hanno immediatamente interrotto ogni rapporto di collaborazione.”
Francis
Bacon e il suo erede universale John Edwards
Un
ammirato Erede Bacon David Edwards con Giovanna Montini foto
Cristiano lovatelli Ravarino
E infine… e infine ti rendi conto che una città nel tempo ha il compito di diventare anche il tuo hair bag, il tuo scudo, la tua parentela di scorta in caso di emergenze epocali. Nonostante a suo tempo titoli scandalistici sui media locali vinsi l’unico scontro legale mai avuto per i disegni regalatimi da Francis Bacon(vedi il libro” La punta dell’Iceberg i disegni di Francis Bacon”di Umberto Guerini umbertoguerini@hotmail.com Christian Maretti editore info@marettieditore.com di prossima uscita in Italia e anche, in inglese, in America e UK)e la storia proseguì ben oltre questo insensato agguato locale con i più grandi baconologi del mondo tipo Wieland Schmied o Edward Lucie Smith che li periziarono innamorandosene e il più chiuso e raffinato club d’arte inglese Il Colony Room sua seconda casa e geloso tempio della memoria del pittore che fece addirittura una festa in mio onore.All’improvviso,non è passato molto,mi arriva una telefonata dell’erede universale del grande genio dei Volti Urlanti David Edwards (attraverso il suo scomparso fratello John che fu il compagno di vita del pittore e la cui famiglia ,gli Edwards, divenne la vera famiglia di Francis Bacon) ”It’s time to get in touch Christian: I’ll be tomorrow at the aereoport.”
Festa
in onore di David Edwards a casa della contessa Marzia Quadri di
Cardano foto Cristiano Lovatelli Ravarino
David
Edwards a casa di Lilli Corelli Pasquali
Domani? Si capisce che non solo vuole venire a controllare i disegni (so che è non solo uno dei più grandi antiquari inglesi ma attraverso il suo grande amico il costruttore kwaitiano Al Rascidi ha le mani in pasta anche nei più grandi insediamenti edilizi arabi )ma vuole anche appurare quale sia il mio habitat per capire se sia compatibile con il suo…vive a un’ora da Londra in un Castello di ottanta stanze…bene, grazie a una ricostituita intatta rete di affetti sarà lui a dichiararsi quasi intimidito dai meravigliosi ricevimenti in suo onore allestititi all’impronta in posti densi di una secolare eccelsa cultura decorativa per cui sarò sempre grato alla Giovanna Montini titolare delle migliore forse maglieria pronto moda italiana la contessa Marzia Quadri di Cardano i cui avi costruirono letteralmente Pistoia gli Arone di Bertolino le cui vigne producono una specie di Brunello di Montalcino locale dagli effetti quasi medicamentali la Lilli Pasquali Corelli ultima discendente di Arcangelo Corelli il Mozart italiano( per me come una zia) di cui conserva preziosissimi concerti grossi inediti…il suo giudizio sui disegni?Passato un po’ di tempo gli chiesi come mai avesse sostituito in una delle sale principali del suo Castello di L.Melford un famoso Papa del genio di Dublino con uno dei miei disegni “E’ migliore” mi ha risposto.
Tonino
Lamborghini, foto CLR
Osteria
del moretto foto CLR
E così. E così maledetta medievale ideologica bivulvare inincorniciabile Emilia-Bologna saporito rottame nella polvere stellare dello spazio profondo:non saprò mai diagrammare ciò che di te mi ha veramente trafitto…Le ninfe imborghesite che quando si slacciavano il proprio corpetto tra i cespugli di Paderno tramontavano nel proprio seno i fiori di un intero acrocoro. Lo sguardo felice di Imbeni a passeggio luminescente in via Rizzoli con Dubcek come due amici che dopo secoli hanno riacceso l’interruttore arrugginito della Storia.” Ossario” di Wiligelmo in San Giovanni in Monte, il quadro più bello del mondo,di cui quindi-essendo a Bologna- non parla nessuno. Tonino Lamborghini che quando Lee Jacocca venne a comprarsi la fabbrica del padre a Sant’Agata Bolognese e io unico in Europa riesco intervistarlo esplode costernato:”Mi rubano la mamma e tu parli del rapinatore!” Il Templare(anche nel cuore)capo dei Costantiniani Giovanni Maria Quadri di Cardano che vede un clochard assiderato nel cortile del proprio palazzo e lo mette a dormire nella stanza degli ospiti del proprio Palazzo-Museo vicino Piazza Maggiore e al maggiordomo che gli chiede se non abbia paura di essere derubato risponde:”Cosa importa rispetto aiutare chi soffre”. Gina Negrini che forse nascose a lungo i veri archivi del PCI che con un filo di voce novantenne d’acciaio ancora oggi cerca di dimostrarti che la rivolta d’Ungheria fu opera di infiltrati fascisti. Dossetti alle cui umane debolezze dedicai tre pagine su Panorama pur trattandola da novello Isaia che stendendomi le braccia sulle spalle al Palazzo dei Congresso in Fiera profferì:”Sei la creatura più celestiale-e più demoniaca-che abbia mai conosciuto.”
Colline
di Bologna – foto CLR
Colline
di Bologna – foto CLR
Guercino che a Cento regala a Velazquez il corpus dei disegni grotteschi di Leonardo,da allora scomparso, e io convincendo Francis Bacon a riprendere a disegnare a Monte Maggiore in quel di Calderino forse oso sperare qualche pagina di averla salvata. La Flavia Prodi Guerzoni anni fa che fa la spesa senza scorta nel fruttivendolo biologico di via San Leonardo e scavalcata maleducatamente da uno
studente reagisce
sorridendo con un impagabile:”Avanti la gioventù!” “….Aver
coniato sangue /Non significava saper schiacciare/ L’insetto del
mondo./Così tutti i pianeti /Vanno ognuno all’ultima stazione/
Credendola Messia , Il 2 Agosto.” Il demone non solo cartaceo
del paradosso per cui la poesia più terribile e forse più bella
sulla strage di Bologna è stata scritta da coloro che la sentenza
ipotizza l’abbiano ordìta. Avere vent’anni,il sottoscritto,
bersi due litri di Pignoletto e nonostante ciò- o forse proprio per
questo- vincere il torneo di tennis a Quarto Inferiore e non capire
di aver già vissuto gran parte del tuo umile Paradiso. I cardini di
vino dell’Osteria del Moretto spalancati sui battenti delle vicine
placentari colline il cui uscio segreto si apre,lo giuro un giorno
scopriremo in che punto ,sulle Colonne d’Ercole. O come ha scritto
il Corriere di Romagna in un articolo epocale: ”Germania. Periferia
di Rimini.”
Cosmo, maledizione. Periferia di
Bologna.
Cristiano Lovatelli Ravarino
VIDEO
Il Cofferati furioso.
Quei
delinquenti degli osti del Pratello. Quelli che non lavorano, quindi
sfaccendati e forse mascalzoni.
Nonostante ciò gemme
acrobatiche di intelligenza politica. guarda
il video – 30 mb
Roger Riccobono.
Il vero
Inno del Bologna Calcio.
Bologna non conosce i suoi veri grandi
musicisti. guarda
il video – 43,5 mb
Luca Goldoni e l’invettiva
contro “l’orrendo splendore” dei sui conterranei. guarda
il video – 84 mb
Andrea Mingardi, il Ray Charles
italiano secondo Ray Charles e i capolavori dei Beatles che nessuno
suona. guarda
il video – 3 mb
Francesco Guccini in una inedita stupenda ballata forse cubana. Con comica finale.
…considerato il più sofisticato e pericoloso giornalista di riferimento della Cia per l’Italia Cristiano Lovatelli Ravarino si schermisce sorridendo e rivendicando l’originalità delle proprie ricerche, anche se è orgoglioso delle proprie origini americane…
Ma se un occulto file del Pentagono riafforando come un fossile sanguinario dal tempo dimostrasse che nonostante tutto sono stati proprio loro a Valerio Fioravanti e Francesca Mambro l’ho giurato:”Scendo a Roma e vi strozzo con le mie mani”. “E noi faremo lo stesso con te – mi ha risposto imperturbabile Giusva – se da qualche sdrucito dossier saltasse fuori – come dicono i comunisti – che hai partecipato a dei Golpe”.
Il più terribile Lord Fenner e la più traumatica Erinni Tisifone della passata eversione di questi anni oggi rivendicano in modo pacifico l’origine solidale delle proprie tragiche gesta…Valerio uno jedy Anakyn che vedeva cadere attorno a sé i propri amici come mosche – mattanza che come nella saga mitologica finirà egli stesso per allargare – e così Francesca,tanto colta da ricordare che nell’Areopago greco le terribili Furie però uccidevano chi nascondeva la verità, non chi la perseguiva.
È forse interessante notare che tra migliaia di giornalisti e centinaia di emittenze televisive nessuno ha mai concesso a questa coppia il cui amore è sopravvissuto a qualunque terribile abisso la possibilità di spiegarsi fino in fondo,a parte qualche battuta. In questa video intervista di quasi due ore (mi scuso delle immagini ogni tanto poco ferme ma non avevo punti di appoggio) invece si anatomizzano per la prima volta punto per punto,dettaglio per dettaglio, labirinto per labirinto,gli elementi per cui sono stati condannati – qualcuno direbbe incastrati – e i tantissimi a loro favore, sempre curiosamente sottovalutati. E dal fiuto della stampa che non vedeva, non sentiva, non parlava, – a un centimetro dal naso – mai notati.
Non ho evitato, come al solito, di far trasparire l’amichevole dimestichezza che ho nei confronti di Valerio e Francesca perché era l’unico modo che avevo di essere intellettualmente onesto verso il videolettore,non certo per ferire le vittime delle tragedie di cui sono stati protagonisti (non la strage di Bologna però, a cui non credo) ma perché non conosco nessun terrorista che abbia saputo mettere tanta distanza e lealtà intellettuale tra sé e le proprie gesta eschilee. E poi se con una persona ci hai giocato a palletta da ragazzino – come probabilmente ci accadde a Piazzale delle Muse a Roma – o per entrambi noi figure sublimi come suor Maria Gervasia Asioli sono state una specie di seconda madre a fare il cancellierino stalinista con venticinque anni di ritardo nel Tribunale dell’Inquisizione mi sarei sentito non giusto, ma grottesco.
Francesca custodisce gelosamente la lettera di Papa Woitila in risposta alla sua dove deve aver espresso ravvedimenti autentici se il Papa testualmente scrisse loro: “Pregherò per voi”.
Se il Papa ha speso parole di pìetas non si capisce perché dovrei esibirne io di inclementi.
È significativo notare poi che in questi anni molti testimoni li hanno visti venire salutati con estrema cordialità e rispetto da diversi protagonisti del giornalismo sinistra, da Paolo Mieli a Furio Colombo a Gad Ledner.
“Quelli di destra invece – vertici politici compresi – quando ci incrociano scendono dall’ammiraglia e ci abbracciano. Ma dopo essersi accuratamente guardati attorno e di nascosto”.
Anche perché Valerio e Francesca non si sono assolti e la straodinaria organizzazione dove lavorano Nessuno Tocchi Caino dove hanno contribuito a salvare non poche vite e a ritardare le esecuzioni capitali di centinaia di altre (ponendosi quindi agli antipodi cosmici del proprio passato). Li vede non solo lavorare in un loculo più ristretto di una singola cella (devono poi tornare a casa entro le nove, i brigatisti in semilibertà come loro invece – quasi fossero di una casta privilegiata – entro mezzanotte) ma addirittura volutamente mortificarsi in molti aspetti del quotidiano.
Lasciandomi di stucco, nell’Enoteca Ristorante Corsi in via del Gesù dove forse ho mangiato le migliori salsiccie ai broccoli della mia vita circondato da una scelta di vini da esposizione a Wine Spectator, li ho sentiti francescani ordinare “Riso in bianco ed acqua naturale: abbiamo problemi di colesterolo” ma ho poi saputo che questo fa parte di una sorta di supplemento di pena silenziosamente autoinflitta.
È facile versare lacrime o parole da coccodrillo, molto meno facile – per quanto possa sembrare risibile rispetto ai delitti commessi – ad esempio privarsi dei piaceri della tavola per tutta la vita essendo ancora giovani e di sana costituzione, ed è una scena comunque meno imbarazzante di un Mario Moretti – riportano le cronache – elegantissimo alla prima della scala di Milano. Pochi lo sanno ma vivendo di uno stipendio modestissimo hanno rifiutato miliardi non solo per i diritti della propria storia ma soprattutto Valerio – in una platea massmediatica assetata di sangue – proprio come attore. Dalla Famiglia Benvenuti a Terminator, Quello Vero.
“Posso cercare di fare un libro sulla nostra storia, questo sì – annota sommessamente – ma guadagnare miliardi sul sangue versato questo davvero non ne avrei il diritto”. Miliardi che già rifiutarono (per l’esattezza due) quando un magistrato inquirente venticinque anni fa glieli offerse assieme ai passaporti e all’impunità se confessavano i mandanti internazionali…
“Sarebbe stato facile inventarceli fumosamente dato che a un certo punto venivo considerato il sicario prediletto dalla Cia, dalla Mafia, e dalla P2 (- Nessun’altro? mi veniva spesso da chiedere -) Ma abbiamo preferito fare vent’anni di galera piuttosto che venire a patti con la nostra coscienza. Perché – per quanto possa sembrare strano – anche chi le circostanze della Storia ha reso criminale può possederne una.”